LA PIÙ GRANDE STORIA MAI RACCONTATA

a cura di Tommaso Iorco
(autore tutelato SIAE)

Per comprendere il mondo attuale, è necessario anzitutto conoscere la lenta evoluzione dell’uomo e delle aggregazioni umane attraverso i secoli, risalendo fino ai tempi più remoti. Il termine ‘storia’, peraltro, deriva dalla parola greca istoría, ‘ricerca’. È la ricerca delle nostre radici e, attraverso di esse, della conoscenza del nostro sviluppo presente e futuro e dei possibili frutti. Come si suol dire, ‘dal seme si conosce l’albero’.

Sappiamo, innanzi tutto, che la Terra ha all’incirca 4,5 eoni (un eone equivale a un miliardo di anni). In questo immenso periodo di tempo, è avvenuta una progressiva e continua evoluzione che, partendo dal regno minerale, ha visto nascere e organizzarsi il regno vegetale e poi il regno animale (e, in esso, l’animale pensante detto uomo). Si tratta di una evoluzione che, analizzando complessivamente i risultati finora prodotti, ha come scopo una progressiva manifestazione della coscienza, da una apparente incoscienza fino — si può verosimilmente presumere — alla più alta sopracoscienza possibile.

Sul pianeta Terra, nel corso di questi quattro miliardi di anni, dalla materia si è evoluto un potere di coscienza detto ‘vita’ e, da questa, un ulteriore potere di coscienza detto ‘mente’.
I tre termini attuali dell’esistenza sono dunque tre: materia, vita, mente.
La materia è la base indispensabile su cui tutto poggia.
La vita ha apportato un primo risveglio nel grembo dell’incoscienza materiale, dapprima attraverso lo sviluppo delle sensazioni, intense e vibranti (per quanto rudimentali e cieche), dei vegetali e delle piante; poi attraverso le emozioni e la libera mobilità degli animali. Il godimento sessuale, il piacere, la passione, il desiderio, la sete di conquista, sono tutte acquisizioni del potere-di-vita. Giocoforza, la vita ha trascinato con sé un impulso concitato e fremente, una dura lotta per la sopravvivenza, una brama inappagata, uno spasmo vitale causa di dolore e sofferenza — elementi inesistenti nel mondo puramente materiale.
La mente ha rappresentato un ulteriore sviluppo evolutivo, apportando una più raffinata organizzazione del godimento dell’esistenza, una ragione intenta a osservare, catalogare e controllare, una intelligenza in grado di osservare se stessa e di interrogarsi sul futuro e sul destino, un pensiero che può involarsi nei cieli dell’immaginazione, una volontà capace (entro certi limiti) di riorganizzare e modellare l’ambiente su stampi più nobili. Anche in questo caso, la mente ha trascinato con sé una serie di inadeguatezze, quali l’incertezza morale (gli animali non si chiedono se è eticamente giusto o sbagliato compiere una data azione: la compiono e basta, ‘istintivamente’), il senso di rigida separazione dal mondo circostante, e anche qualche particolare perversione sconosciuta agli animali (la crudeltà, per esempio — la tigre che uccide la preda non agisce per crudeltà, ma unicamente per soddisfare un bisogno vitale primario: sfamarsi).
Neanche la mente, quindi, essendo uno strumento mirabile ma imperfetto, può costituire la vetta finale della coscienza.

Resta ora da sapere quali altri poteri di coscienza si manifesteranno. Sri Aurobindo e Mère parlano di un potere di coscienza ‘SOPRAmentale’ come del prossimo imminente passaggio evolutivo, con la finale emergenza di un nuovo essere, gioioso e divino, libero dalla sofferenza e da ogni mortale condizionamento, privo di quel senso di separatività egoica che invece caratterizza l’umana specie. L’essere umano, in questa visione, rappresenta un passaggio doloroso ma necessario dall’animalità alla divinità. Questo nuovo essere non avrà più bisogno di cercare la verità, la gioia, il potere: le possiederà spontaneamente e divinamente. Questo è quanto Mère e Sri Aurobindo ci assicurano, come si può leggere andando al seguente link —

L’UOMO È UN ESSERE DI TRANSIZIONE

Ma torniamo per ora a occuparci del passato sviluppo della Terra. A scopi pratici sono state distinte cinque grandi ère succedutesi sul nostro pianeta:
arcaica (archeozoica), primaria (paleozoica), secondaria (mesozoica), terziaria (cenozoica), quaternaria (neozoica).

Quando la Terra nacque da rivolgimenti cosmici (insieme, pare, all’intera nostra galassia), l’atmosfera velenosa e la temperatura incredibilmente elevata paiono incompatibili con qualsiasi forma di vita vegetale e animale. Lentamente, la venefica atmosfera iniziale (idrogeno, metano, ammoniaca e vapore acqueo) si trasformò in un mezzo vitale (costituito da ossigeno, anidride carbonica e azoto).

L’èra arcaica — che gli scienziati pongono fra i 5.000 milioni di anni fa e i 600 milioni di anni fa — è dominata dalla materia solida. Le forme organiche primitive (come batteri e alghe), furono le prime a evolversi e la loro comparsa, avvenuta più di 3.500 milioni di anni fa, segnò una svolta decisiva nella storia terrestre.

L’inizio dei reperti fossili viene fatto coincidere con l’èra primaria — compresa fra i 600 e i 225 milioni di anni fa —, la quale ha visto la comparsa del regno vegetale (piante) e animale (molluschi e pesci), ed è conosciuta come “l’età degli invertebrati”.

L’èra secondaria — fra i 225 e i 65 milioni di anni fa — ha invece visto un assestamento dei continenti (dall’unico supercontinente originario ipotizzato, cui venne dato il nome di Pangea) e l’insediamento delle prime forme animali sulla terraferma: dapprima gli anfibi, dai quali si sono formati i rettili, sviluppatisi al punto da dominare la terra (è infatti considerata “l’età dei rettili”), ma anche i primi uccelli e i primi mammiferi. In questa èra si sono formate inoltre grandi foreste di conifere. Questa èra viene distinta in tre fasi dette Triassico, Giurassico e Cretaceo, cosí come per le altre ère sono state effettuate ulteriori distinzioni, che però non ci interessano ai fini di questo breve sorvolo.

Durante l’èra terziaria — da 65 milioni di anni fa a 1 milione di anni fa — il clima comincia a differenziarsi e si forma la flora tropicale e temperata; si sviluppano i mammiferi, giungendo a dominare il pianeta (è perciò detta “l’età dei mammiferi”), aumentano gli uccelli, compaiono le scimmie e i primi antenati dell’uomo: le scimmie antropomorfe e gli ominidi.

Circa un milione di anni fa è iniziata “l’età dell’uomo”, nella presente èra quaternaria. Hanno avuto luogo le grandi glaciazioni, si sono estinte le antiche specie di animali, è continuata l’evoluzione degli ominidi e, attraverso alcuni passaggi intermedi (fra questi ricordiamo: l’australopitechus, circa 2 milioni e mezzo di anni fa; l’homo abilis, circa 2 milioni di anni fa; l’homo erectus, circa 1 milione e mezzo di anni fa; quindi l’homo sapiens, circa 1 milione di anni fa), l’attuale homo sapiens sapiens.

Da notare anzitutto la straordinaria accelerazione evolutiva delle cinque grandi ère: l’èra arcaica è durata ben 4.400 milioni di anni, l’èra primaria 375 milioni di anni, l’èra secondaria 650 milioni di anni, l’èra terziaria 64 milioni di anni, l’attuale èra quaternaria 5 milioni di anni.
Forse siamo per davvero alle soglie di una nuova èra. Non la new-age tanto di moda in certi ambienti pseudo-esoterici, ma un’èra caratterizzata da un nuovo saltus evolutivo, non solo umano ma terrestre. In questa visione, la new-age non è altro che l’interpretazione distorta e confusa da parte di una umanità che cerca di approfittare (non sempre in buona fede) di un presentimento avvertito in modo ancora troppo vago, ma che si sta facendo sempre più spazio in questa epoca di grandi mutamenti planetari.

Gli scienziati hanno ritenuto opportuno effettuare ulteriori suddivisioni dalla comparsa dell’uomo. Quella più comunemente utilizzata distingue cinque fasi di sviluppo: paleoliticomesolitico, neoliticometallicostorico.

Il paleolitico (“pietra antica”) viene considerato in un periodo compreso fra i 500.000 e i 35.000 anni fa. La scoperta del fuoco risale appunto a 500.000 anni fa, ed è proprio a partire da questa data che gli uomini incominciano a riunirsi in gruppi e coalizzarsi. Inizialmente, le peregrinazioni di cacciatori e raccoglitori nomadi furono notevolmente limitate da fattori ambientali. In effetti, non avendo la capacità di costruire utensili, abitazioni e indumenti, gli uomini primitivi del paleolitico erano completamente in balia degli elementi naturali.


HOMO FLORESIENSIS


HOMO DENISOVIENSIS


Nel mesolitico (“pietra di mezzo”), da 35.000 a 12.000 anni fa, gli uomini iniziano a superare queste limitazioni, grazie alle prime efficaci collaborazioni in gruppi e a un progressivo perfezionamento degli utensili. Vi sono prove di migrazione dall’Asia in Europa già durante la prima parte del paleolitico superiore, ma fu un periodo caldo nell’ambito dell’ultima glaciazione che permise i più vasti spostamenti. Questa fase migratoria cessò bruscamente quando iniziò l’ultimo periodo di maggiore espansione glaciale; l’uomo tuttavia era ormai in grado di combattere il freddo e di adattare le sue attività in modo da sopravvivere in condizioni climatiche che si facevano sempre più avverse. Il passaggio dalla Beringia all’America era impossibile durante i periodi in cui i ghiacciai ostruivano la via, ma in altri momenti — per esempio fra i 32.000 e il 36.000 anni fa e fra i 20.000 e i 28.000 anni fa — esisteva probabilmente un corridoio transitabile fra i ghiacciai delle Montagne Rocciose e la copertura glaciale presente a est. La colonizzazione delle Americhe si realizzò per ondate successive (e questi arrivi intermittenti possono essere una delle spiegazioni delle grandi differenze fra alcune etnie dei nativi d’America). Le più antiche immigrazioni di ‘paleoindiani’ iniziarono 35.000 anni fa. Quando cominciò l’ultimo ritiro dei ghiacciai l’uomo poté riprendere la sua migrazione. Le foreste iniziarono a svilupparsi e l’uomo iniziò a raggrupparsi sulle rive dei fiumi e dei laghi, sulle spiagge marine e in altri luoghi aperti; iniziò a addomesticare animali e a coltivare piante. Con la progressiva scomparsa dei ghiacci dai mari, l’uomo iniziò anche a costruire imbarcazioni ricoperte di pelli e canoe scavate nel legno.
Vi sono inoltre ricordi ancestrali, per quanto imprecisi e non dimostrabili, custoditi nella cultura degli antichi, di civiltà molto evolute che potrebbero risalire al mesolitico — Platone parla per esempio della mitica Atlantide, mentre la letteratura dell’India meridionale menziona Kumarikhamdam, una vastissima area inghiottita dalle acque che, secondo le fonti tamil, si estendeva fra l’India e l’attuale Australia, sulla quale si era sviluppata una civiltà raffinatissima (e alcune ricerche scientifiche recenti hanno dimostrato l’esistenza di legami fra questi due continenti — per esempio il bacino permiano dell’Australia nordoccidentale è stato correlato con quello dell’India; è stato inoltre provato che gli abitanti della Melanesia hanno antenati asiatici). In India si è parlato di Satya-yuga (l’età della verità) e di Krita-yoga (l’età perfetta); analogamente, i poeti romani guardavano con malinconia un antichissimo Saturnia regna, un regno di perfetta armonia. Si tratta di semplici miti, oppure di leggende con un fondo di verità?
«Può darsi — scrive Sri Aurobindo — che il selvaggio non sia tanto il primo antenato dell’uomo civilizzato quanto il discendente degenerato di una civiltà pregressa» (The Synthesis of Yoga, Introduction, Chapter II). Chi fosse interessato a un approfondimento in tal senso può leggere, cliccando il link qui sotto, una particolare esperienza di Mère.

LA PRIMA COMPARSA DELL’UOMO SULLA TERRA

Il neolitico (“pietra nuova”) è compreso fra i 12.000 e gli 8.000 anni fa; in questo periodo i ricercatori hanno rinvenute le tracce dei primi raggruppamenti umani in comunità agricole. A questo periodo risalgono i primi villaggi e le popolazioni iniziarono a accrescersi più rapidamente. Ciò portò a una più ampia colonizzazione cui contribuì, in modo non marginale, anche il commercio, che influenzò non solo gli spostamenti delle genti, ma anche la diffusione delle idee fra le diverse culture.

Il periodo metallico, da 8.000 a 5.000 anni fa; è “l’età dei metalli” in quanto l’uomo inizia a forgiare i metalli e a utilizzarli per gli scopi più svariati: dalla costruzione di armi e utensili alle monete di scambio.

Infine, l’inizio dell’attuale periodo storico lo si fa coincidere con l’invenzione della scrittura, 5.000 anni fa, che ha permesso di conservare alcune testimonianze del pensiero dell’uomo, permettendoci così di effettuare valutazioni (per quanto parziali) del grado di cultura e dell’avanzamento di una determinata civiltà. I più antichi insediamenti umani rinvenuti si trovano in prossimità dei grandi fiumi, in India, in America, in Mesopotamia (che significa per l’appunto ‘terra dei grandi fiumi’), in Egitto, in Cina. In India abbiamo i fiumi Sarasvati, Indo e Gange; nell’area denominata dagli antichi “fertile mezzaluna” abbiamo il Nilo, il Tigri e l’Eufrate; in Cina il fiume Giallo e il fiume Azzurro.
Entrando nei links che seguono è possibile visionare un rapido excursus della storia dei popoli più importanti dell’antichità, dove ci siamo concentrati in particolar modo sulla letteratura, invitando a approfondimenti in questa direzione (l’arte, assai più della cronologia degli avvenimenti storici, ci permette di illuminare una civiltà dal di dentro e di comprenderne le sue più profonde motivazioni).


INDIA


PERSIA


CINA


AMERICHE


AFRICA


EGITTO


MESOPOTAMIA


EBREI


ARABI


GRECIA


ROMA


Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, avvenuta nel 476 dell’èra moderna, gli studiosi sanciscono l’inizio della cosiddetta

ERA MEDIOEVALE

che perdura fino alla scoperta delle Americhe (1.142), che a sua volta apre la cosiddetta

ERA MODERNA

la quale abbraccia un periodo di tempo che dal 1.142 va al 1.815, anno del congresso di Vienna, con il quale si stabilisce l’inizio dell’attuale

ERA CONTEMPORANEA

E ora?
Alcuni studiosi iniziano a parlare di una probabile e imminente “fine della storia”, intesa non come una fine della storia terrestre, ma come la fine dell’uomo cosí come lo conosciamo attualmente.
Al termine della contemporaneità, la storia dell’uomo sembra concludersi e pare di trovarsi all’inizio di qualcosa di nuovo. Dopo il rosso crepuscolo dell’èra moderna, dopo la notte buia dell’èra contemporanea, stiamo forse lentamente emergendo in QUALCOSA D’ALTRO. Qualcosa che due straordinari Pionieri — Mère e Sri Aurobindo —, hanno ‘pre’visto e che stanno preparando dietro il velo di una realtà che nasconde la vera Realtà del mondo.

LA NUOVA AURORA