ISTINTO ANIMALE

Conversazione tra Sri Aurobindo
e alcuni ricercatori,
intercorsa il 12 ottobre 1925
(tratta dagli “Evening Talks with Sri Aurobindo”,
raccolti da Purani — la traduzione è nostra).
Ripetiamo la data: 12/10/1925!

D.: Vorrei porre una domanda: l’istinto è superiore alla ragione?

Sri Aurobindo: In che senso?

D.: Nel senso che è puro, ovvero, senza miscugli, diretto e automatico.

Sri Aurobindo: Questo è vero entro certi limiti. L’istinto animale è circoscritto a un particolare scopo. È qualcosa di radicato nell’essere, qualcosa che è stato lasciato in eredità a una particolare specie animale.

D.: Una rivista americana riporta un resoconto sul comportamento dei topi. Descrive il modo in cui i topi raggiungono un ripiano sospeso pieno di uova, di come formano una catena per accedervi e per trasportare fuori le uova.

Sri Aurobindo: Questo può sbalordire alcune persone — ma l’idea comune sugli animali è, di fatto, assurda. Essi sono molto più vicini all’uomo di quanto generalmente si suppone.

D.: La mia domanda si riferiva a questo tipo di istinto.

Sri Aurobindo: In questo caso non si tratta affatto di ‘istinto’, ma di intelligenza.

D.: Ma gli animali non possiedono intelligenza.

Sri Aurobindo: Che intende dire? Essi possiedono altrettanta intelligenza degli uomini. Il comportamento e l’azione dei topi appena descritta è un prodotto dell’intelligenza.
Vi ho forse già raccontato di quello che ho visto fare l’altro giorno da un ragno. Cercava di bilanciare la sua tela in rapporto a un determinato peso che essa avrebbe dovuto sostenere. In un primo momento pose su di essa un filo d’erba, ma si accorse che non era un oggetto sufficientemente pesante. Perciò uscì dalla tela e vi fece ritorno con un minuscolo sassolino che utilizzò per bilanciare la tela. In questo caso, non si può parlare di istinto. Si tratta di intelligenza. Quello che possiamo dire è che gli animali non hanno una mente evoluta. Possiamo chiamare questo tipo di intelligenza una intelligenza vitale, o mente vitale. Funziona in modo molto preciso nei propri limiti. Ma se ponete un animale al di fuori del proprio campo operativo, nel quale i suoi istinti sono infallibili, scoprirete che commetterà perfino più errori della mente razionale.
Il motivo per cui la mente animale pensa correttamente è dato dal fatto che l’animale non conosce il conflitto esistente fra l’essere mentale e l’essere vitale che gli uomini invece conoscono.