ISLAM

Sri Aurobindo rappresenta per noi il centro di una sintesi unica, che abbraccia tutti gli aspetti dell’esistenza.
Ponendo mano a cielo e terra, egli ha mostrato una mirabile armonia in cui ogni singola cultura umana, ogni particolare dominio di ricerca e ogni tendenza dello spirito assume l’esatta collocazione nell’insieme: arte, mistica, filosofia, sociologia, politica, scienza e tutto il resto trovano il loro giusto posto, al pari delle tessere di un immenso mosaico. «Sri Aurobindo rappresenta la più grande sintesi mai realizzata fra il genio dell’Asia e il genio dell’Europa», per usare le parole del premio Nobel Romain Rolland.
Alla luce di una simile visione, davvero sterminata e unica, è utile — anche per non incorrere in odiosi fraintendimenti — conoscere le motivazioni per le quali la civiltà islamica viene presa in considerazione in modo del tutto sporadico. Una conversazione del 12 settembre 1923, raccolta da Purani (negli “Evening Talks with Sri Aurobindo”), chiarisce ogni dubbio in tal senso. E, come si vedrà, si tratta di motivazioni strettamente culturali che nulla hanno a che fare, ovviamente, con intolleranze o discriminazioni. Riconosciamo con gioia l'importante contributo dell'Islam nello sviluppo umano passato e, in aggiunta, auguriamo vivamente che tale contributo possa arricchirsi e arricchire l'intera umanità.


Domanda: La rivista culturale Utkal Star ha pubblicato un articolo il 15 agosto [1923] in cui l’autore pone in rilievo l’assenza della cultura islamica nella grande sintesi che lei ha creato. Credo che anche il Modern Review si sia posto il medesimo interrogativo.

Sri Aurobindo: La cultura musulmana o islamica raramente ha offerto qualcosa al mondo che possa considerarsi di fondamentale importanza e sostanzialmente peculiare. La cultura islamica è stata costruita principalmente prendendo a prestito elementi di altre culture. I loro concetti matematici e astronomici e altro ancora provengono dall’India e dalla Grecia. Talvolta, indubbiamente, hanno saputo offrire ad alcuni di questi ambiti una nuova prospettiva — ma non hanno creato molto. Le loro concezioni filosofiche e religiose sono piuttosto semplici e quanto essi chiamano sufismo è perlopiù il risultato degli gnostici che vissero in Persia e rappresenta il logico sviluppo di quella scuola di pensiero ampiamente influenzata dal vedanta.
Tuttavia, nei miei scritti ho menzionato il fatto che la cultura islamica ha contribuito allo sviluppo dell’architettura indo-saracena all’interno della cultura indiana. In India non mi pare che abbia creato qualcosa d’altro di una certa rilevanza culturale. Sostanzialmente, ha creato qualche nuova forma espressiva nell’arte e nella poesia. Mentre le sue istituzioni politiche sono sempre state semi-barbariche.