Chi può legittimamente definirsi cristiano?


Io crederei all’esistenza del Salvatore
se voi aveste una faccia da salvati.
Friedrich Nietzsche


SETTEMBRE 2009: presso il tribunale amministrativo di Friburgo viene presentata — contro l’arcivescovo Robert Zollitsch — una domanda giudiziale destinata a fare scalpore, ove si richiede che venga vietato all’arcivescovado di Friburgo, in rappresentanza per tutta la chiesa cattolica, di continuare a definirsi “cristiano”.

La domanda giudiziale era stata preceduta da una sorta di diffida rivolta a tutti i vescovi diocesani tedeschi, nella quale un teologo, un medico, due giornalisti e due giuristi avevano spiegato in modo dettagliato i motivi per i quali, dal loro punto di vista, la chiesa avrebbe perso il diritto di definirsi cristiana.
In palese contraddizione con l’insegnamento di Gesù di Nazareth, essa accumulerebbe infatti potere e ricchezza («mentre milioni di persone sono disoccupate e soffrono a causa della povertà»), e malgrado le sue immense ricchezze si farebbe finanziare dallo Stato con sovvenzioni di miliardi («inclusi gli stipendi per i loro vescovi») e incuterebbe paura agli uomini con la minaccia di un presunto inferno eterno. Se si aggiunge la costrizione al celibato, l’ostilità alla sessualità e alle donne, gli abusi sessuali commessi da sacerdoti, la lista dei crimini ecclesiastici si fa davvero interminabile.

I vescovi non hanno reagito entro il termine posto e pertanto devono ora confrontarsi con la domanda giudiziale. I richiedenti si presentano in tal senso come ‘parenti spirituali’ di Gesù di Nazareth che non possono più tacere di fronte al «prepotente abuso di definizione» con il quale si abusa del Suo nome. Un’istituzione che incorpora gli uomini fin da neonati, si precisa, agisce inoltre contro i diritti alla personalità.

L’azione ha già fatto scalpore nell’opinione pubblica di molti paesi, per esempio in Spagna, in Argentina e negli Stati Uniti, mentre dall’opinione pubblica italiana non giungono reazioni, forse a causa del fatto che gli organi di informazione (compresi quelli finanziati dallo Stato, ovvero da tutti i cittadini italiani che pagano le tasse) non abbiano finora dato risalto alla notizia; chissà come mai.