“Tutta la vita è yoga”


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Nel suo illuminante trattato “The Synthesis of Yoga” (“La sintesi degli yoga”) Sri Aurobindo scrive nell’introduzione un motto epigrammatico: «All life is yoga» — “tutta la vita è yoga”.
Che cosa intendeva dire?
Ce lo chiediamo perché questa è una delle sue affermazioni che viene maggiormente fraintesa.
Perciò, offriamo qui di seguito alcune sue parole affinché possano agire da stimolo alla riflessione.


Sri Aurobindo: È vero che lo yoga sopramentale accetta la vita ma questo non significa che la accetta così com’è, dato che il sopramentale chiede la perfezione e allo stato attuale la vita non è perfetta. Molti dominî della vita allo stato attuale sono dominati dall’Ignoranza. Noi vogliamo trasformare l’intero impianto della vita. Vogliamo stabilire lo stato sopramentale nell’evoluzione umana quale prossimo passo superiore oltre la mente. E adesso che esistono segni della sua venuta dobbiamo cercare di farlo discendere nell’essere fisico.

Purani, Evening Talks with Sri Aurobindo, 9.04.1923


Domanda: In questo yoga la vita viene accettata, vero?

Sri Aurobindo: Sì, non c’è un rifiuto della vita; perciò si può dire che la vita in questo yoga viene accettata. Ma consideriamo la vita interiore di primaria importanza e quella esteriore come una mera espressione, una forma, di essa.
Anche l’attività esterna può fare parte di questo yoga ma ciò deve avvenire in accordo con la vita interiore.

Purani, Evening Talks with Sri Aurobindo, 25.01.1925


Sri Aurobindo: L’attività non è incompatibile con il nostro yoga. L’azione da farsi deve procedere su fondamenta di pace e di conoscenza. Deve essere deliberata e calma. Può essere un’azione alla quale la maggior parte degli uomini non sono interessati — il cui sviluppo dipende dal proprio essere. Per esempio, il lavoro intellettuale e il lavoro fisico possono essere svolti in questo yoga. Può anche esserci un tempo in cui qualunque azione deve essere abbandonata — questo stadio ha la sua temporanea utilità. In quel periodo occorre praticare una intensiva sadhana concentrata.
Inoltre, ogni qualvolta si raggiunge un livello di coscienza superiore, si scopre che l’intera prospettiva sulle cose è completamente cambiata. In tali condizioni non è possibile continuare la medesima attività intellettuale che si svolgeva prima. Bisogna attendere finché la coscienza superiore incominci a agire. Ovviamente, quando l’intero essere è trasformato occorrerà accettare la vita nella sua interezza e manifestare la coscienza superiore nella vita.

Purani, Evening Talks with Sri Aurobindo, 11.10.1925


Domanda: Nel nostro yoga accettiamo la vita come reale.

Sri Aurobindo: Vale a dire, occorre dare alla vita il suo posto nella Realtà.

Purani, Evening Talks with Sri Aurobindo, 27.01.1939


In conclusione, citiamo un estratto di un breve scritto di Mère (inedito in italiano), ulteriormente chiarificatore:

 

Mère: Lo yoga integrale non contempla una fuga dal mondo fisico, abbandonandolo irrevocabilmente alla propria sorte; ma non consiste neppure in una accettazione della vita materiale così come essa è, senza speranza di un cambiamento decisivo, né del mondo attuale come espressione definitiva della Volontà divina.
Lo yoga integrale si propone di attuarsi in tutti i gradi di coscienza, dalla coscienza mentale ordinaria fino alla coscienza sopramentale e divina; e, una volta compiuta l’ascensione, di volgersi nuovamente verso il mondo materiale per infondervi la coscienza e la forza sopramentali acquisite, allo scopo di trasformare progressivamente questa terra in un mondo sopramentale e divino. [...]
Il mondo, infatti, non è destinato a restare irrimediabilmente quello che è. La terra si trova in un periodo di transizione, certamente lungo per la durata così limitata della vita umana, ma infinitesimale per la coscienza eterna; e questo periodo avrà fine con la comparsa della coscienza sopramentale. A quel punto, le contraddizioni saranno sostituite dalle armonie, e le opposizioni saranno sostituite dalle sintesi.

Mère, Soulager l’humanité, 11.1954

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