KOAN

angeli.jpg 

La parola koan deriva dal giapponese ko (‘pubblico’) e an (‘proposizione’) — può essere una domanda, una citazione, un episodio di vita, uno scambio di idee in un mondo (domande e risposte che superino le limitazioni del pensiero logico) o un frammento verbale di qualsiasi altro genere. È più facile dire che cosa il koan non è: non è un indovinello, né un paradosso fatto per sbalordire. Il suo vero scopo è quello di guidare l’adepto alla immediata intuizione della Realtà.
Ecco qualche esempio, non necessariamente d’estrazione orientale.


Ti-tsang chiese a Fa-yen: “Dove stai andando?”
Rispose Fa-yen: “In pellegrinaggio”
Chiese Ti-tsang: “Qual è lo scopo del pellegrinaggio?”
Fa-yen rispose: “Non lo so”.
Ti-tsang disse: “Non saperlo è lo scopo prioritario”.

(mondo zen)


Alla domanda se l’elettrone è fermo dobbiamo rispondere: No.
Alla domanda se è in movimento dobbiamo rispondere: No.

(Robert Oppenheimer)


Un uomo chiese a un maestro: “Cos’è l’illuminazione”.
Il maestro gli rispose: “Il fondo di un secchio sfondato”.

(koan zen)


Un giorno ho visto un bambino che veniva verso di me
reggendo una torcia accesa.
“Dove hai preso la luce?” gli chiesi.
Lui subito la spense con un soffio e mi disse:
“Hasan, dimmi dov’è andata, e io ti dirò dove l’ho presa”.

(Hasan Basri)


Un giorno Chuang-tzu e un amico camminavano
lungo la riva di un fiume.
“Come se la spassano i pesci nell’acqua!” esclamò Chuang-tzu.
“Tu non sei un pesce,” — replicò l’amico —
“che ne sai se i pesci se la spassano?”.
“Tu non sei me,” — disse Chuang-tzu —
“come fai a sapere che io non so che i pesci se la spassano?”.

(Zhuang-zi)


Tra le grandi cose che debbono fra noi trovarsi,
l’Essere del Nulla è la massima.

Leonardo da Vinci


Se sulla via incontri un uomo che sa,
non dire una parola, non restare in silenzio!

(koan zen)


Che cosa ne è del buco una volta finito il formaggio?

(Bertold Brecht)


Colui che è bravo a sparare non colpisce il centro del bersaglio.

(detto zen)


Qualcuno me l’ha mostrato e io l’ho trovato da solo.

(Lew Welch)


Un monaco chiese al maestro Haryo: “Cos’è la Via?”
Rispose Haryo: “Un uomo che cade nel pozzo a occhi aperti”.

(koan zen)


Perché insegnare a bere ad animali che vivono nell’acqua?

(antico proverbio dell’Africa occidentale)


Un monaco portò due piante in vaso al suo maestro.
“Lascialo cadere”, ordinò il maestro.
Il monaco lasciò cadere un vaso.
“Lascialo cadere”, tornò a ordinare.
Il monaco lasciò cadere il secondo vaso.
“Lascialo cadere”, urlò a questo punto il maestro.
E il monaco replicò: “Ma non ho niente da lasciar cadere”.
Il maestro annuì e disse: “Allora portalo via”.

(parabola zen)


Se uno vuole essere certo della strada da percorrere,
deve chiudere gli occhi e procedere al buio.

(Juan de la Cruz)


Se hai fame, mangia il tuo riso; se sei stanco, chiudi gli occhi.
Gli imbecilli mi derideranno,
ma i saggi capiranno ciò che intendo dire.

(Lin-qi)