QUASI UN CONGEDO

 

La figurazione resa da un debunker non corrisponde a verità.

[“a debunker figure is not the true figure.”]

Sri Aurobindo

(Letters on Yoga - I)

Soledì, 2 aprile 2023

Salve a tutti!

Avendo recentemente assunto una serie di incarichi decisamente impegnativi, non riuscirò a inviare una nuova newsletter per parecchi mesi e, così, ho deciso di dilungarmi nella presente, per affrontare alcune questioni che mi preme condividere con voi.

Parto dal constatare che la precedente newsletter ha ricevuto i più calorosi ringraziamenti da parte di molti di voi: in modo particolare, dall’Italia, dalla Francia e dall’India. Abbiamo ricevuto una sola e-mail disfattista, che definisco in tal modo non perché sollevi delle critiche (sempre benvenute, se costruttive), bensì per il fatto che l’interlocutore dimostra di avere capziosamente frainteso le nostre parole, con un tono che lascia trasparire un atteggiamento mentale ristretto e presuntuoso, animato dall’intento fazioso di metterci in bocca parole mai scritte né pronunciate (né tantomeno pensate). Il tipico atteggiamento dei famigerati “debunker”, insomma: figure raccapriccianti, assoldate per tentare di delegittimare quanti si mostrano fuori dal coro rispetto alla narrazione ufficiale, menzognera e depistante. Il regime imperante etichetta come diffusore di “fake-news” chi esercita il diritto di fare uso della mente critica e osa mettere in discussione i disvalori correnti, esprimendosi liberamente: si cerca di tagliuzzare e torcere il senso delle sue frasi per far credere l’esatto opposto di quanto egli intendeva esprimere. In questo modo siamo stati espulsi dalla Google Church (avessimo saputo che si trattava di una chiesa, mai vi saremmo entrati: è per noi fondamentale tenerci fuori da tutte le conventicole).

Per tornare al nostro specifico apprendista-debunker, ecco (tradotto dall’inglese) cosa ha scritto (inutile dire che non si firma: è tipico dei pusillanimi lanciare il sasso e nascondere la mano)

Hmm... È spiacevole quando le persone che hanno toccato lo Yoga Integrale si schierano dalla parte di un ladro, un assassino, un non-umano e un bugiardo, che ora è a capo della Russia. Probabilmente è una totale mancanza di discernimento. Arrivederci.

Anzitutto: è lui a decidere chi e che cosa una persona “toccata dallo yoga integrale” (!) debba o non debba sostenere? Davvero curioso. Non mi risulta che Mère o Sri Aurobindo abbiano mai rilasciato attestati di sorta (“il patentino del sadhaka”!) o che abbiano incaricato qualcuno di rilasciarli per Loro conto — al contrario! Ma la cosa più ignominiosa, oltre che falsa, è che il debunker di cui sopra ci etichetta come “putiniani” solo perché abbiamo osato mettere in discussione le sue opinioni e convinzioni – che, guarda caso, corrispondono agli stereotipi che gli oligarchi mondiali inoculano all’intera umanità. Il fatto di essere contro la politica scellerata di Biden (e dei guerrafondai che lo manovrano) non ci trasforma certo in sostenitori di Putin! Pertanto, ci siamo limitati a rispondergli brevemente:

Dove hai letto che "stiamo dalla parte" di Putin? Spiacenti: hai totalmente e fatalmente frainteso le nostre parole, che tuttavia sono semplici e chiare.

E che dire di Biden? Se Putin è un bugiardo, Biden e colleghi non sono affatto migliori!

L'unica cosa spiacevole è il tuo malinteso, supponente e del tutto inaccettabile per noi.

Per favore, seleziona il pulsante "annulla iscrizione" dalla nostra lista.

Grazie.

Dopodiché, non abbiamo più avuto notizie di questo grandissimo pezzo di galantuomo. Spero quindi che abbia accettato il consiglio e si sia cancellato dalla mailing-list. Per onestà intellettuale, riceverà comunque la presente; chissà che ciò non lo aiuti a scendere dal piedistallo di cartone sul quale è salito con i suoi stessi piedi (anche se non nutro alcuna aspettativa in tal senso: l’esperienza mostra che chi viene in tal modo smascherato non ha quasi mai il coraggio di ammettere l’errore: o si arrampica sugli specchi, o si dilegua nel nulla).

Putin (al suo quarto mandato presidenziale) è un ex-membro del KGB: quindi, stiamo parlando di una spia di mestiere, che è riuscito a prendere il potere e che lo esercita da troppo tempo e non di rado in modo discutibile (basta ricordare le atrocità perpetrate senza batter ciglio per annettere nuovamente la Cecenia, o il modo in cui tratta i giornalisti non allineati; in questi giorni, in cui la situazione sul Caucaso appare delicata dopo che alcuni “attivisti” al soldo del totalitarismo azero marcato Aliyev – padre e figlio! – il 12 dicembre scorso hanno preso a occupare l’unica strada che dall’Armenia conduce in Artsak, trovo controproducente l’atteggiamento utilizzato da Putin nei confronti dell’Armenia: se vuole mantenersela alleata, dovrebbe comportarsi in modo meno rigido e mostrare maggiore tatto diplomatico). Certo, rispetto all’ubriacone Eltsin, che stava mandando la Russia in rovina, Putin ha il merito di avere contribuito a risollevare la Russia e a restituire a questo grande Paese la dignità nazionale e internazionale che merita. Al di là di questo dato di fatto, certo rilevante, Putin non ha altri meriti ai nostri occhi: si tratta di un politicante retrivo e autoritario. Intelligente, senza dubbio, astuto e per fortuna dotato di nervi saldi, che gli hanno permesso di non perdere la testa di fronte ai soprusi e alle provocazioni USA. Compreso il mandato di cattura internazionale emesso dalla Corte penale internazionale nei suoi confronti che, lasciatemelo dire, è una solenne buffonata: uno dei punti più bassi e ipocriti toccati dall’impero atlantista insieme all’elenco redatto da Bush degli “Stati canaglia” (dimenticando di inserire gli USA, che avrebbero meritato uno dei primi posti) e la falsa fialetta di antrace sbandierata ai quattro venti da Colin Powell per giustificare l’invasione dell’Iraq (a proposito: dopo vent’anni da tale invasione illegittima, Russia e Cina stanno cooperando per ristabilire la pace in Iraq, mentre gli USA continuano a gettare benzina sul fuoco  ma il cattivone è Putin, ovviamente: bisogna demonizzarlo a tutti i costi).
 

« Ces Américains ne sont rien que des bluffeurs – ils bluffent,

bluffent, bluffent pour tout. Ils arrivent avec des airs,

ils vont redresser tous les torts, corriger toutes les erreurs,

éclairer tous les esprits – et ils sont tout par terre. »

Mère (Agenda, 21.03.1964)

Traduzione:

«Questi statunitensi sono solo dei bleffisti – bleffano,

bleffano, bleffano sempre. Arrivano con la loro supponenza,

con l’aria di raddrizzare i torti, di correggere tutti gli errori,

di illuminare gli spiriti – e sono terra-terra.»

Ormai gli statunitensi sono in bancarotta e non sanno più che cosa inventarsi... Il prossimo bluff, magari, sarà una finta invasione UFO come arma di distrazione di massa.

Se invadere il Donbass è illegittimo, come si possono definire le sistematiche invasioni pretestuose e le ingerenze illegali (colpi di stato inclusi) da parte degli USA in decine e decine di Stati sovrani sparsi sul globo? Peraltro, quando (nel 1971) la medesima Corte internazionale di giustizia penale intendeva mettere sotto accusa alcuni militari statunitensi per crimini di guerra (abusi e torture su prigionieri afghani), la Casa Bianca minacciò di arrestare i giudici e i funzionari della Corte stessa qualora questa avesse effettivamente emesso il mandato di arresto. Doppiogiochismi da baraccone… Chi ha una trave nell’occhio non dovrebbe occuparsi delle pagliuzze presenti in occhi altrui.

A proposito di arresti, come mai Julian Assange è ancora detenuto in prigione dagli sporchi vassalli inglesi, visto che le accuse rivoltegli si sono rivelate false? In un mondo umano che possa realmente definirsi tale (e non mi riferisco qui al mondo-di-Verità che Mère e Sri Aurobindo stanno elaborando per la Terra, ma semplicemente a un mondo di umano buon senso), Julian dovrebbe essere il direttore di una delle più importanti testate giornalistiche del mondo, e gli attuali redattori dovrebbero trovarsi un lavoro consono alla loro inettitudine.

Peraltro, tutta questa corsa scellerata per armare l’Ucraina da parte della Nato sta producendo un incremento preoccupante del mercato illegale delle armi a favore delle varie mafie e dei gruppi terroristici. Il Signore delle Nazioni e degli eserciti se la ride sotto i baffi e mantiene la Terra prigioniera.

Non è nemmeno da scartare del tutto l’ipotesi secondo cui Putin sarebbe segretamente d’accordo con i signori-della-guerra per diffondere allarmismo e paura nella popolazione mondiale, in modo da distogliere l’attenzione dai veri problemi: dal Grande Reset diabolicamente orchestrato a Davos (non dimentichiamo che un’ammirazione reciproca lega Vladimir Putin e Klaus Schwab), ai malori ingiustificati e le morti improvvise (in costante crescita) da parte di chi si è fatto inoculare (non di rado con la minaccia di perdere il posto di lavoro) il magico “elisir-di-corta-vita”. Il mondo pare avviarsi a una sorta di guerra infinita, oltre che a un perenne stato di pandemia (il mainstream già annuncia la prossima, imminente, “di gran lunga peggiore del covid”, stando a quanto dicono… Ma, a detta del rinomato virologo ed ex-direttore del CDC Robert Redfield, si tratta di un virus dell’aviaria bioingegnerizzato tramite guadagno di funzione a scopi terroristici), per non parlare della finta e contraddittoria “rivoluzione green” basata sul riscaldamento climatico.

Accennando alla Covidiozia, chi tra noi non è a conoscenza dei messaggi scritti da Matthew Hancock (Segretario di Stato per la salute e gli affari sociali del Regno Unito – corrispettivo del Ministro per la Salute italiano) tra il 9 luglio 2018 e il 26 giugno 2021? In uno di essi, datato 13 dicembre 2020, discutendo con un suo assistente Hancock chiese “quando utilizzare la nuova variante” (di Covid) per terrorizzare ulteriormente la popolazione inglese al fine di costringerla ad accettare l’imposizione di chiusure e distanziamento sociale, cambiando così il comportamento dei suoi concittadini. Il giorno dopo, manco a dirlo, Hancock annunciò la nuova variante; e cinque giorni dopo il Governò britannico annullò l’allentamento delle misure repressive che era stato annunciato e che avrebbe dovuto entrare in vigore per le festività natalizie.

Personalmente, ritengo probabile una catastrofe finanziaria in arrivo (dopo il crollo abbattutosi sulla Silicon Valley Bank, potrebbe innescarsi un effetto domino su tutte le maggiori banche statunitensi ed europee – la Deutsche Bank già inizia a vacillare, mentre gli istituti di credito australiani limitano sempre più l’utilizzo del contante), che si cercherà di occultare dietro lo spauracchio di una guerra nucleare, per l’appunto, cercando di incolpare la Russia o la Cina.

Insomma, si respira un’aria sempre più fetida, dalla Corea al Canada, dall’Australia al Pakistan, dalla Birmania all’Europa. È forse solo un caso che da quando l’Arabia Saudita si è allontanata dagli USA, la guerra nello Yemen sembra finalmente avviarsi verso una soluzione? E che la stessa Siria, anche grazie agli sforzi diplomatici russi voluti da Putin il Terribile, si stia riappacificando con l’Arabia Saudita? Per intanto, l’estremista di destra israeliano Itamar Ben-Gvir, attualmente ministro della sicurezza nazionale e spalleggiato da quell’altro brutto ceffo di Netanyahu, sta tentando di esacerbare il conflitto ebreo-palestinese, gettando benzina sul fuoco. Crescono, inoltre, le vicende a dir poco strane in USA (come i recenti incidenti tossici, anche radioattivi, nei vari Stati confederati, ai danni della popolazione civile) ma, prima ancora, occorre chiedersi se esistono ancora gli Stati… Secondo i famigerati membri della Trilateral Commission (riunitisi il mese scorso in seduta plenaria), l’attuale assetto mondiale si troverebbe nell’anno 1 del New World Order. Per comprendere a quale diavoleria si alluda, bisogna conoscere le manovre occulte dei poteri deviati, e di come stiano mutando alcuni dinamismi mondiali. In netta controtendenza, Asia, Africa, America Latina stanno compiendo un deciso cambiamento di rotta monetario. La popolazione della Nigeria, stanca del lungo sfruttamento, ultimamente ha preso a rifiutare con forza il sistema di elaborazione dei pagamenti lì chiamato eNaira. Dieci Paesi del sudest asiatico (Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Singapore, Tailandia, Vietnam) stanno abbandonando il dollaro (l’Indonesia, che il 28 marzo scorso ha ospitato un importante summit dei dieci paesi di cui sopra, si sta pure smarcando dai sistemi di pagamento digitali occidentali, come Visa e Mastercard); il Kenya sta abbandonando il dollaro (Cina, Brasile, Russia ormai non utilizzano più il dollaro come moneta di scambio); dopo il Mali, anche il Burkina Faso sta dando il benservito conclusivo alla Francia (e al suo Franco CFA neocolonialista). Dal canto suo, il Ministero del Tesoro USA, per tramite di Monica Crowley, paventa un possibile imminente tracollo dell’economia statunitense.

Chi crede ancora che andando a votare possa cambiare qualcosa? In Italia, l’attuale governo Meloni, contrariamente a quanto promesso in campagna elettorale, sta continuando esattamente la linea schifosa di quel Draghi che nessun italiano ha mai votato. Qualcuno si illude che esista ancora la politica, in un mondo in cui i politici pseudo-democratici sono biechi faccendieri di potentati economici transnazionali privi di scrupoli? L’uomo medio (tanto più ingenuo e semplicista quanto più si crede informato e accorto) non si accorge che l’attuale regime mondiale (i cui gerarchi stanno nascosti e lasciano operare in vece loro i burattini di turno) opera trasversalmente, utilizzando senza alcun problema entrambe le facce del pensiero dicotomico (il “buono” e il “cattivo”, il progressista e il conservatore, il democratico e il monarca, il pacifista e il guerrafondaio). In realtà, non esiste quasi mai il “buono” da una parte e il “cattivo” dall’altra. Hitler e Stalin erano di certo malvagi, e Churchill (pur non essendo affatto un buono) ha rappresentato l’uomo della provvidenza. Oggi, il vero uomo della Provvidenza dovrebbe essere ciascuno di noi, ogni singolo componente che si fa carico (come può) di sensibilizzare la massa umana. Gli attuali scioperi e le proteste di massa in Francia (represse con violenza dalla polizia) contro il presidente-pupazzo, vanno in questa direzione. Macron (Molière, preveggente, creò il personaggio di Macroton!) sta mostrando il suo vero volto fascista. Ma anche l’Italia (con un governo non meno fascista) e gli altri Paesi europei (soprattutto mediterranei) contrari alla guerra e alla virata totalitaria devono alzare la testa e ribellarsi. La Francia, l’Italia, la Spagna, la Grecia devono uscire dalla Nato, senza se e senza ma: basta con le menzogne, di destra o di sinistra (gli USA si riprendano le loro testate nucleari sparse per l’Europa, partendo dall’Italia contraria al nucleare, anziché cercare nuovi paesi confinanti con la Russia dove poterle seminare, contravvenendo agli accordi di Minsk). Per l’Inghilterra retrivo-monarchica, invece, non nutriamo alcuna speranza, ex-impero britannico schiavista e attuale leccapiedi USA (entrambi d’accordo, tra le altre cose, nel fornire proiettili contenenti uranio impoverito in Ucraina, a quel che pare), mentre della ex-neutrale Svizzera mi schifo perfino a parlarne. No comment pure sulla Germania.

Non sarebbe nemmeno così peregrina l’ipotesi (sebbene l’opinione comune la liquiderebbe come eccessivamente ‘complottista’) di una escalation concertata verso una guerra nucleare, per poi fare intervenire un individuo (possibilmente poco noto, rampollo della cosca nazifascista mondiale, oppure un Elon Musk o un Donald Trump, personaggi fintamente fuori dal coro) in vesti di paciere, il quale godrebbe presto di fama internazionale, additato da tutti i mass-media (di regime e di controinformazione) come colui che ha sventato la distruzione del genere umano e della vita sulla terra; quindi, forte di una simile reputazione e credibilità universale, egli potrebbe facilmente sostenere, incentivare e accelerare tutte quelle “riforme” penalizzanti per la popolazione umana globale (limitazioni della libertà individuale, identità digitale, sistemi di credito sociale, robotizzazione, androidi, 5G…). Sennonché, una simile ipotesi, per poter avere una qualche probabilità effettiva, dovrebbe sottintendere un allineamento di tutti i poteri attualmente presenti nel mondo, mentre così non è: più o meno segretamente, si fanno le scarpe l’un l’altro, poiché ciascuno di essi vorrebbe esercitare il ruolo principale e “concedere” agli altri un ruolo subalterno nel comandare le masse asservite, sempre più relegate a futili comparse sostituibili (o rottamabili) a volontà.

Insomma, Putin non è certo il cattivo della situazione, pur non essendo affatto il buono. E Biden, dal canto suo, è cento volte peggio di Putin. I gerarchi che gli stanno dietro hanno le più nefaste intenzioni per il mondo intero; in UE, per esempio, hanno assoldato la Zugführer von der Leyen per condurre il treno europeo su un binario morto; e le loro trame nel resto del mondo sono tragicamente note, dal Sudamerica all’Africa (passando per l’Ucraina). Biden è un vecchio scherano, cinico e spietato, ciecamente obbediente ai diktat dei suoi padroni. Un perfetto “yes man”, insomma, che qualunque dittatore desidererebbe avere al proprio fianco: non discute gli ordini, che nemmeno si cura di capire — si limita a obbedire e a eseguirli nel modo più preciso e puntuale possibile. Senza poi parlare del pargoletto Hunter (in nomen omen): classico esempio di un figlio che tenta di superare il proprio padre!

In Occidente si blatera di istituire tribunali internazionali per indagare su eventuali crimini di guerra perpetrati dai Russi, mentre sui crimini effettivi di cui la coalizione occidentale si sta macchiando da anni (nello Yemen, tanto per limitarci a un esempio, si contano migliaia di bambini uccisi tra la popolazione civile) nessuno deve parlare: omertà totale, come in ogni mafia che si rispetti. Nel frattempo (il 17 marzo scorso), l’ONU ha NEGATO a Daria Marosava (commissaria per i diritti umani) di riferire ufficialmente sulla reale situazione umanitaria in Ucraina: nessuno deve conoscere i soprusi commessi da Zelensky e dalle orde dei suoi neonazisti inneggianti Bandera.

Ma, al di là degli episodi del momento, la vera battaglia che si profila all’orizzonte non è tra Russia e USA, bensì tra USA e Cina, lo sappiamo bene: ormai, perfino i bambini lo hanno capito. Qui sta il reale pericolo. Da un lato, abbiamo un impero al tramonto, efferato, mentitore seriale, strenuo sostenitore di un potere unipolare da detenere nel modo più assolutista possibile; dal lato opposto, una dittatura dichiarata, un regime tirannico, tremendamente spietato contro i dissidenti, che vede al momento uno Xi Jinping (al terzo mandato quinquennale, come solo Mao aveva ottenuto) blaterare di multipolarità del potere, unicamente come strategia di penetrazione, primo passo per arrivare ad affondare gli artigli sull’intero pianeta e trattare l’intera umanità come vacche da mungere e macellare barbaramente (basta osservare il trattamento riservato agli adepti del Falun Gong); la Cina finanzia massicciamente i paesi emergenti e, quando occorre, interviene con prestiti e sovvenzioni per salvarli dalle crisi economiche, in attesa della resa dei conti (il Piano Marshall, a confronto, pare un nonnulla). Insomma, si tratta delle due facce di una medesima raccapricciante moneta attualmente in circolazione e stampata da falsari di professione: i due volti (apparentemente opposti) del Pensiero Unico. Chiunque sarà il vincitore, l’umanità ne uscirà comunque sconfitta. Abbiamo bisogno di una TERZA POSIZIONE ALTRA: è urgente!

Per intanto, nell’immediato, bisogna augurarsi che Paesi come l’India, il Brasile, la stessa Russia, acquisiscano maggior potere all’interno del BRICS (che rappresenta ormai la maggioranza della popolazione mondiale, con diversi paesi in lista d’attesa: Algeria, Arabia Saudita, Argentina, Egitto, Emirati Arabi, Messico, Nigeria …), in modo da attenuare in gran parte o, se possibile, vanificare del tutto le mire espansionistiche della Cina totalitaria. Se si riesce a instaurare un vero potere multipolare, basato sul policentrismo, la Cina non potrà esportare la sua dittatura nel resto del mondo. Ci è riuscita in Tibet, ci sta provando a Taiwan e da tempo vagheggia di invadere l’India (il che sarebbe disastroso per il mondo intero). Il tentativo USA di indebolire e distruggere la Russia, quindi, mostra una scelleratezza senza pari. L’Europa, dal canto suo, dovrebbe smarcarsi dal Patto Atlantico e cercare una salda unione con i russi, nostri fratelli europei, in vista di quella unione euroasiatica accennata nella precedente newsletter. «Dobbiamo riunire insieme la grande famiglia indoeuropea che è stata divisa in due in modo criminale», disse senza mezzi termini il Premio Nobel Romain Rolland dopo avere incontrato Sri Aurobindo. Mentre i sedicenti ‘discepoli’ blaterano a sproposito (come quando alcuni di essi appoggiavano Hitler!).

Per evitare ulteriori fraintendimenti, tengo a precisare che non ho nulla contro i Cinesi: tutt’altro! La cultura cinese è una delle più antiche, ricche e affascinanti dell’intera umanità, e tutti i cinesi che ho conosciuto li ho trovati individui di valore. Ma l’attuale dittatura imperante in Cina (contro la quale lo stesso popolo cinese, in modo sempre più massiccio e frequente, inizia a mostrarsi in disaccordo) è particolarmente esiziale per il fin troppo precario equilibrio del mondo umano. All’indomani dei fatti accorsi in Piazza Tien-A-Men, diedi personalmente rifugio per qualche mese a un medico taoista cinese in fuga: avevano ucciso il suo anziano Maestro (considerato uno degli ispiratori della rivolta) e stavano iniziando a fare piazza pulita dei suoi discepoli.

Ma l’elemento sul quale mi preme più che altro riflettere, qui, è l’atteggiamento chiuso, bigotto, saccente e sputasentenze di quanti affibbiano titoli e appiccicano etichette, senza nemmeno conoscere le persone a cui si rivolgono. Non è certo la prima volta che mi capita, e proprio per questo ho deciso di confrontarmi con voi. Vorrei che fosse chiaro che non si tratta, da parte mia, di un banale (per quanto comprensibile) sfogo. La mia reale intenzione è quella di riflettere su un atteggiamento vile che, presumo, si sarà abbattuto su parecchi di voi. Chi non ha mai ricevuto insulti immeritati o epiteti oltraggiosi da parte di persone maligne, malintenzionate, magari invidiose o semplicemente incoscienti? Si pongono su una qualche cattedra vanagloriosa e vomitano il loro veleno come se sputassero perle di saggezza. Sono sempre pronti ad accusare e, così facendo, dimostrano di essere le vittime di un pensiero dicotomico. Alcuni di loro se ne vantano perfino, dicendo che per essi non esistono le sfumature e le mezze-tinte: vedono solo il bianco o il nero, e sull’atra lavagna delle loro piccole menti ristrette segnano con un gessetto quelli che per loro sono i buoni e, dal lato opposto, i cattivi.

Un simile atteggiamento è più che legittimo quando si è bambini e la mente razionale non si è ancora adeguatamente formata… In modo particolare, fra i 5 e i 9 anni, quando il cucciolo d’uomo deve imparare a considerare le cose in modo per l’appunto dicotomico, finché i lobi frontali non si saranno sviluppati appieno (tra i diciotto e i vent’anni) e l’individuo è finalmente in grado di vagliare i fatti e può tentare di comprendere la complessità del mondo in modo sempre più articolato e consapevole. Purtroppo, troppe sono le persone che restano a un livello di sviluppo preadolescenziale, e non deve nemmeno stupire che ve ne siano tra le fila di quanti si proclamano “discepoli”. Si pongono su un piedistallo di cartapesta e iniziano la loro opera di sputasentenze! Del tipo: “critichi Biden, quindi sei pro-Putin” (oppure: “critichi Biden, quindi sei pro-Trump”); “critichi l’Ashram, dunque sei anti-ashram” (non ho mai avuto nulla contro l’ashram: la stragrande maggioranza degli ashramiti che ho conosciuto li ho trovati gentili, e qualcuno addirittura eccezionale, primo fra tutti Champaklal); “critichi Auroville: allora sei contrario a un progetto voluto da Mère!” (a proposito, come mai la voce di Auroville latita? Forse sono io a essere diventato sordo, non avendo udito un solo Auroviliano denunciare apertamente e pubblicamente le sordide intenzioni tramanti dietro l’Agenda 2030 che, di fatto, opera per tentare di mettere i bastoni fra le ruote al Lavoro testimoniato nell’Agenda di Mère).

Qualcuno ci ha perfino accusato di fare politica, sentenziando che contravveniamo a un ipotetico (e improbabile) divieto universale pronunciato da Mère… Noi non facciamo politica (nessuno di noi, a partire dal sottoscritto, è politicamente schierato, ha mai avuto tessere di partito né si è mai candidato, neppure in una minuscola amministrazione comunale o perfino in un comitato di quartiere): semplicemente, osserviamo il mondo in cui viviamo e, se lo reputiamo necessario, facciamo sentire la nostra voce. Se questo significa fare politica, beh, in tal caso anche mamma-pinguino intenta a proteggere il proprio cucciolo dagli attacchi degli squali fa politica (è abbastanza esplicita l’allegoria?). Noi amiamo questo mondo e, ancor più, amiamo i due Esseri che operano per trasformarlo, occupati a fare emergere dal basso e a far discendere dall’alto la sola Coscienza-Forza in grado di portare vera Armonia, Luce intramontabile, eterna Bellezza. Mi risulta impossibile non osservare quanto accade nel mondo, e non esito a dare voce alla percezione che ne deriva (soprattutto quando dà fastidio ai finti devoti col cappello da sceriffo e il distintivo di appartenenza a una qualche sacra istituzione).

Mi è capitato, tanto per fare un esempio, di criticare l’ashram sul fatto che nessuno dei suoi componenti (a quanto ne sappia, perlomeno – felicissimo di essere smentito) abbia mai avuto il coraggio di ammettere che, all’indomani della dipartita di Mère, l’espulsione di Satprem e Sujata fu un gravissimo errore e un atto del tutto ingiustificato (contrario alle disposizioni stesse di Mère), di una tracotanza ignobile, come solo una chiesa spregiudicata e settaria avrebbe potuto fare. Ammettere gli errori commessi (personalmente o dall’istituzione nella quale ci si trova) è sempre onorevole, mentre cercare di difendere l’indifendibile per paura di perdere autorità e prestigio è spregevole e vile. Purtroppo, tutte le volte che ho cercato di rivolgere (con la massima pacatezza possibile, senza astio e senza la minima velleità accusatoria) una simile domanda a un qualche ashramita, anziché ricevere una risposta, sono stato accusato di volere rievocare vicende ormai sepolte, oppure di nutrire rancori inesistenti (pensiero dicotomico: “critichi l’Ashram, quindi sei anti-Ashram”) o, ancora, di occuparmi di questioni che non mi riguardano (“tu non sei dell’Ashram, non sono cose che ti riguardano!”; oppure: “tu non fai parte dell’Istituto di Ricerche Evolutive, di che ti impicci?”), utilizzando non di rado parole sarcastiche nei miei confronti (il più delle volte indossando una maschera di cortesia posticcia, per non destare sospetti), sperando in tal modo di suscitare reazioni che poi potessero far dire loro: “vedi, non sei obiettivo: ti adiri, sei prevenuto, nutri rancori, hai interessi di parte, intendi toglierci una fetta di potere per cercare di saziare la tua smodata ambizione”... Per loro sfortuna, sono usciti sempre a bocca asciutta con il sottoscritto. È tipico dei dicotomici faziosi cercare di spostare il discorso dal piano oggettivo a quello soggettivo, dal piano degli argomenti a quello individuale, in modo da creare confusione e sviare dall’argomento centrale sollevato, nel tentativo di provocare reazioni egoiche, facili poi da additare, senza rispondere alla domanda.

Giusto un anno fa (aprile 2022), mi venne segnalato un articolo facinoroso (l’ennesimo) in cui si cercava di far apparire Satprem come un egocentrico vanaglorioso. Mi limitai a scrivere:

Sì, è sempre molto facile criticare l'ego (reale o presunto) di Satprem o di chiunque altro. Più difficile (ma molto più utile) sarebbe rintracciare e distruggere il proprio ego.

Peraltro, tali narrazioni sono piene di astuti cavilli e perfino di incongruenze. Bisogna sapersi arrampicare sugli specchi per compiere simili acrobazie, e bisogna essere molto ingenui per prendere sul serio tutte queste "sagge disquisizioni" piene di incongruenze dialettiche.

Quale tecnicismo è stato addotto per giustificare l'espulsione fascista di Sujata e Satprem dall'ashram? Quale cavillo per giustificare il non aver obbedito alle istruzioni scritte da Mère riguardo all'eventuale sua dipartita?

Immediatamente, mi rispose un membro (il cui nome per decenza preferisco omettere) dell’ashram (nuovamente, traduco):

Perché sei così turbato, caro Iorco, dalle “sagge disquisizioni” piene di "astuti cavilli e disquisizioni colme di incongruenze dialettiche”??? Dov'è il tuo equilibrio spirituale? Continua indisturbato per il tuo cammino. Sarebbe un buon modo per ricordare il tuo Eroe, nevvero?

Tipica mossa puerile di chi cerca di spostare il discorso su fatti miei personali (che nel contesto non c’entrano minimamente), chiamando peraltro in causa il mio percorso spirituale di cui egli nulla sa e sul quale nessuno dovrebbe permettersi di pontificare. Eppure, la mia domanda era e resta chiarissima: datemi un motivo per cui l’ashram espulse Sujata e Satprem, affinché io possa conoscerlo. Le risposte non possono che essere due:

1) Sujata e Satprem furono espulsi per il seguente motivo: descrizione precisa della motivazione.

2) L’espulsione di Sujata e Satprem fu un grave errore da parte dei dirigenti dell’ashram e ce ne scusiamo.

Semplice: delle due l’una. Non esistono 136 risposte possibili a tale domanda: soltanto una delle due sopra indicate. Ma dato che questi signori non sono in grado di fornire il motivo dell’espulsione, perché li squalificherebbe a vita e, d’altra parte, sono incapaci di chiedere scusa, eludono la risposta cercando di attaccare chi osa fare tale domanda, per poi gratificarlo di epiteti ingiuriosi o tendenziosi. Con il solo risultato di offendere la loro intelligenza, ammesso che ne abbiano una.

Risposi pertanto all’ashramita di turno:

Perché pensi che io sia turbato? È universalmente riconosciuto che quando una persona è in difficoltà e non sa cosa rispondere, cerca di attaccare il suo interlocutore a livello personale, come stai provando con me. Mi dispiace, ma questi metodi infantili non funzionano nei miei confronti. Se non sai rispondere alle mie semplici domande e queste ti infastidiscono, cerca di attaccarmi con metodi più adatti, in modo da non offendere la tua intelligenza.

Il mio consiglio, con ogni evidenza, non fu recepito e costui rincarò la dose, cercando nuovamente di attaccarmi sul piano personale, in modo da eludere la risposta e provocare in me una qualche reazione (del tutto assente).

Tu sei in effetti un discepolo di Satprem, non di Mère!

Prosegui pure su questo cammino.

Lo decide lui chi è discepolo di chicchessia? Satprem non ha mai preteso di essere un guru e a me non è mai passato nemmeno per l’anticamera del cervello di chiedergli di accettarmi quale discepolo! Il tono vilmente sarcastico non avrebbe meritato replica, ma avendo conosciuto di persona questo mio interlocutore, volli fare un’eccezione e risposi quanto segue:

Non c'è paziente peggiore di colui che non intende capire e che si ostina a proiettare le proprie fobie sugli altri.

Fortunatamente per me, né tu né io (né nessun altro) possiamo decidere chi è un autentico discepolo di douce Mère, anche se personalmente preferisco considerarmi semplicemente un Suo figlio, tra tanti altri, senza alcuna presunzione yogica.

A questo punto, il suo vile sarcasmo e la sua sciocca supponenza si fecero francamente inaccettabili e mi fu impossibile replicare a queste sue parole sentenziose e beffarde:

Coltiva un qualche equilibrio, o figlio di Mère e di Sri Aurobindo. E una certa umiltà.

Solo Mère e Sri Aurobindo possono decidere chi siano effettivamente i loro eventuali discepoli, ammesso che ne accettino qualcuno, essendo Essi infinitamente Altro da ‘semplici’ Guru.

“The relation of Guru and disciple is only one of many relations which one can have with the Divine, and in this Yoga which aims at a supramental realisation, it is not usual to give it this name; rather, the Divine is regarded as the Source, the living Sun of Light and Knowledge and Consciousness and spiritual realisation and all that one receives is felt as coming from there and the whole being remoulded by the Divine Hand. This is a greater and more intimate relation than that of the human Guru and disciple, which is more of a limited mental ideal.”

Sri Aurobindo (Letters on Yoga – II)

Traduzione:

La relazione tra guru e discepolo è solo una delle tante relazioni che si possono instaurare con il Divino, e in questo Yoga che mira a una realizzazione sopramentale, non è usuale dargli tale nome; piuttosto, il Divino è considerato come la Sorgente, il Sole vivente di Luce, Conoscenza, Coscienza e realizzazione spirituale, e tutto ciò che si riceve viene percepito come proveniente da lì e l'intero essere rimodellato dalla Mano Divina. Si tratta di una relazione più grande e più intima di quella del guru umano e del discepolo, che è perlopiù un ideale mentale limitato.

 

" Je vais faire une déclaration: 'Je ne suis pas chef de groupe, je ne suis pas à la tête d’un Ashram'.

[…] Je ne leur ai jamais dit qu’ils étaient mes disciples : je leur ai dit qu’ils étaient mes enfants.

[…] On peut supprimer d’emblée la bonne moitié des ashramites, et nous ne perdrons pas un seul sadhak. "

Mère (25 avril 1961 – tome 2 de l’Agenda de Mère)

Traduzione:

Intendo fare una dichiarazione: “Non sono il capo di un gruppo, non sono alla testa di un ashram.” […] Non ho mai detto loro che sono miei discepoli: ho solo detto che sono miei figlioletti. […] Si potrebbe sopprimere in un solo colpo la buona metà degli ashramiti, e non avremmo perso un solo sadhaka.

Ecco. Tenevo da tempo a confrontarmi con voi su tali importanti questioni, e il Fato me ne ha offerto l’occasione… Il debunker di turno potrà sfogarsi: “questa non è una newsletter, è un comizio!”. Lasciamolo sfiatare, poverino: l’aerofagia è fastidiosa da trattenere al proprio interno.

La vita mi ha insegnato a tenere la schiena dritta e a non piegarmi alle lusinghe del potere, dovessi avere perfino tutto il mondo contro di me. Non ho scritto la presente per raccogliere improbabili attestati di stima, né per convincere nessuno, ma perché voglio gridare al mondo – nei limiti delle mie possibilità e capacità – che è ormai necessaria una radicale virata evolutiva e, ancor prima, una presa di coscienza da parte dell’intera umanità, a partire da ogni individuo realmente consapevole. Per fare questo, occorre avere coraggio e assumersi le proprie responsabilità, invece di nascondersi dietro dei paraventi pseudo-spirituali.

Concludo con una citazione di Savitri (e relativa traduzione):

As long as the human animal is lord

And a dense nether nature screens the soul,           […]

An incurable littleness pursues his days.                   […]

His small success are failures of the soul

I.II.V.459-460 / 463 / 472.

Fintanto che l’animale     umano resta il sovrano

e una densa inferiore       natura scherma l’anima,[…]

un’incurabile angustia      perseguita i suoi giorni.   […]

I suoi magri successi         son disfatte dell’anima.

(SAVITRI, dalla mia traduzione polimetrica).

Auguro a tutti una ridente primavera e una radiosa estate! Magari riuscirò a scrivere una nuova newsletter l’anno prossimo, oppure quello successivo… Altrimenti, questa mia sarà l’ultimo messaggio in bottiglia lanciato da un’isola semideserta.

Grazie a tutti, a nome mio e di Simonetta.

Tommaso Iorco

aria nuova

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P.S.: qualcuno ci ha fatto notare che, a dispetto di quanto è riportato qui, solo Satprem venne espulso dall'Ashram, e non Sujata. Formalmente è vero, ma nella pratica sono stati espulsi entrambi: approfittando della loro assenza, il 3 gennaio 1978 hanno sprangato porte e finestre della casa che Mère assegnò a Sujata e Satprem (la cui ristrutturazione, peraltro, compresa la realizzazione di un grande e magnifico giardino, fu finanziata dallo stesso Satprem, con i soldi della sua pensione di guerra, essendo egli decorato al valore per avere combattuto contro i nazisti ed essere stato internato nei lager di Mauthausen e di Buchenwald). Qualche giorno dopo (il 15 gennaio 1978), Sujata scrisse agli amministratori dell'Ashram quanto segue:

«Quanto ai grossolani catenacci sulle nostre porte e le nostre finestre sprangate, non saprei dire se sono il segno della elevata spiritualità degli "eredi e proprietari di Mère", ma rappresentano piuttosto bene l'impostura spirituale che voi fate regnare sull'Ashram da quattro anni, mediante minacce, ricatto e paura. Sujata».