Messaggio agli "aurobindiani"

7 ottobre 2022


Da qualche tempo ricevo una quantità crescente di missive da parte di sedicenti “aurobindiani” (!?!) che vorrebbero mie opinioni (ammesso che ne abbia o che mi interessi averne) su questo o quell’argomento, oppure per invitarmi a tenere una conferenza o ad offrire un mio contributo a un qualche webinar...; mi è stato persino offerto di far parte del comitato d’onore di un “grande” progetto, malauguratamente privo d’anima, ove il nome di Sri Aurobindo è un semplice pretesto per gonfiare a dismisura ambizioni di tipo egoico (ricevendo il mio rifiuto, hanno alzato la posta, proponendomi come membro del comitato direttivo: evidentemente, non sanno con chi hanno a che fare e hanno creduto di potermi comprare con qualche lusinga); peraltro, da più parti è stato chiesto di pubblicare l’intero scambio epistolare intercorso con tali individui, cosa che potrà essere eventualmente fatta nei tempi e nei modi opportuni, qualora valutassimo un interesse crescente da parte vostra e una recidiva ostinazione da parte dei propalatori di falsità. Tengo pertanto a informare quanti vorrebbero contattarmi che sono impossibilitato a occuparmi di simili iniziative, come pure a soddisfare le loro richieste.
Mère e Sri Aurobindo non mi hanno conferito alcuna missione; come ho scritto in una poesia (“Ecce homo”) pubblicata qualche anno fa, nulla ho del MISSIONARIO, essendo piuttosto un DIMISSIONARIO dell’umana specie.

Invito quindi gli “aurobindiani” di cui sopra a evitare di perdere tempo inutilmente, magari cercando di convincermi che bisogna “divulgare” (ovvero propagandare, a dispetto di quanto lo stesso Sri Aurobindo ha scritto contro la propaganda e Mère contro il proselitismo) il “messaggio” di Mère e Sri Aurobindo. Qualcuno mi ha perfino detto: «Ma Tommaso, Mère e Sri Aurobindo hanno bisogno di te!». Ebbene, costui è completamente fuori strada: sono io ad avere bisogno di Loro, e non viceversa.
Saluti,
Tommaso Iorco


«Vi sono individui che, senza accorgersene, oppure perché VOGLIONO ignorarlo, perseguono puntualmente il loro interesse personale, le loro preferenze, i loro attaccamenti, le loro concezioni; individui non interamente consacrati al Divino, che si servono delle idee morali e yogiche per nascondere i loro moti personali. In tal caso, l’inganno è duplice: non solo nelle loro attività esteriori, nelle relazioni con gli altri, ma pure nei confronti di sé stessi, nei loro propri moti personali — invece di servire il Divino, è il loro egoismo che servono. Si tratta di qualcosa che avviene di continuo, costantemente! Costoro servono la loro persona, il loro egoismo, pretendendo di servire il Divino. In tal caso, non si tratta nemmeno più di inganno: è ipocrisia totale.»
Mère

[l'Agenda di Mère, vol. II - 17.01.1961].