PARTI DELL’ESSERE
E PIANI DI COSCIENZA

relazione di Giuseppe Maglio
(Università di Siena 6.06.2007)

 

Introduzione

Ringrazio tutti voi per l’opportunità di parlarvi dell’uomo e della sua struttura psicofisica secondo la visione di Sri Aurobindo.
Gli argomenti sono stati elaborati principalmente dal libro Integral Health del dott. Soumitra Basu dello Sri Aurobindo International Institute for Integral Health and Research – Pondicherry, con riferimento anche alle altre opere segnalate nella Bibliografia.

Sri Aurobindo, indiano, nasce a Calcutta. Suo padre era medico e volendo per lui una formazione scientifica, lo mandò a studiare in Inghilterra da bambino fino a venti anni. Sri Aurobindo assimilò così tutta la cultura occidentale, greco-romana ed europea direttamente nelle lingue originali che conosceva perfettamente.
Il metodo sperimentale era per così dire nel suo DNA, per cui verificava su se stesso ogni teoria.

Tutti i temi che tratteremo saranno affrontati sia teoricamente che sperimentalmente.
Cominceremo dalla coscienza.
Parleremo poi dei diversi piani dell’essere: fisico, vitale, mentale, subconscio e subliminale.
Cercheremo di chiarire i concetti di personalità esteriore, essere interiore (o psichico) ed essere centrale.
Vedremo infine come questi elementi interagiscono sia a livello individuale che sociale, in una prospettiva contemporanea di multi-cultura.
Accenneremo infine al concetto di evoluzione sociale e coscienza prospettiva.

La coscienza

Il temine “coscienza” dal punto di vista psicologico e scientifico odierno ci è familiare, ma è importante esaminarlo anche secondo la visione di Sri Aurobindo.
La scienza considera la coscienza sotto tre aspetti:
1. Il ciclo veglia-sonno. Quando siamo svegli abbiamo piena coscienza, quando dormiamo non siamo pienamente coscienti. Ma non è proprio così, infatti la fisiologia definisce il sonno come uno stadio attivo e non come uno stato di incoscienza; inoltre, quando dormiamo, facciamo dei sogni che non riguardano soltanto il passato ma anche eventi futuri. A qualcuno di voi è mai capitato di sognare episodi che poi si sono verificati, magari domande sugli esami da sostenere? Il passato emerge dall’inconscio, come dice Freud, ma il futuro da dove viene? Non può certo essere nel passato!
2. Il passo successivo riguarda lo stato di coma e di anestesia parziale. Dallo studio del processo che va dal coma alla morte si può capire qualcosa di più sulla coscienza. Le persone che hanno avuto esperienze di pre-morte, pur appartenendo a diverse culture, hanno riportato più o meno la stessa esperienza: trovarsi in un tunnel buio e alla fine sfociare in una grande una luce… Secondo la fisiologia, in una persona in coma l’apparato fisiologico si trova in una fase inattiva; ma allora come è possibile fare simili esperienze?
Prendiamo ora in esame l'anestesia. Esistono tecniche di anestesia, in cui soltanto alcune parti del cervello vengono anestetizzate… perciò il paziente può assistere coscientemente all’operazione su se stesso.
Esiste dunque una qualche forma di coscienza anche durante lo stato di coma o di anestesia.
3. Osserviamo infine alcuni fenomeni che neanche la medicina riesce a decifrare appieno e che si verificano in presenza di stati alterati della coscienza (ad es. stati di trance, meditazione etc.). Vi sono dunque tanti livelli e stati di coscienza che sperimentiamo, ma che non conosciamo ancora e che nemmeno la scienza riesce a spiegare.
Che cosa è dunque la coscienza secondo Sri Aurobindo?
È utile premettere alcuni concetti che ci aiuteranno a comprendere meglio il suo pensiero.
a) La Realtà è innanzitutto Esistenza, l’essenza di tutto quanto esiste. L’Esistenza è presente ovunque: in tutta la materia, nelle piante, negli animali e negli esseri umani.
b) La Realtà esiste anche come Coscienza, la quale ci permette di sperimentarla pienamente durante lo stato di veglia, ma anche negli stati in cui non siamo pienamente coscienti (sonno, coma, anestesia...) o in quelli di coscienza alterata.
Sri Aurobindo parla di “Coscienza-Forza”.
Secondo lui la coscienza significa al tempo stesso due cose: "Consapevolezza" e "Energia". La Coscienza-Forza non è la somma fra questi due elementi, fra due cose distinte, ma due aspetti della medesima realtà. E questa Coscienza-Forza si trova dappertutto: nella materia, come movimenti degli elettroni; nelle piante, come vita; negli animali, come vitalità in movimento e negli esseri umani come energia mentale ai vari livelli.
c) Oltre all’Esistenza e alla Coscienza, o meglio Coscienza-Forza, esiste un terzo aspetto della Realtà, la Gioia assoluta: essa rappresenta la ragione stessa per cui esiste la vita.
La Coscienza-Forza ci permette di realizzare la ragion d’essere della vita a tutti i livelli della scala evolutiva. Vediamo come.
Esistono sostanzialmente tre livelli di esistenza nell’essere umano:
1. il piano fisico (il corpo);
2. il vitale (o ego), piano delle emozioni, delle pulsioni, dei desideri etc.;
3. il piano mentale (livello cognitivo, delle idee…).
Ma questi tre livelli non sono in armonia tra di loro ed è per questo che non riusciamo a realizzare la ragion d’essere dell'esistenza, vale a dire la felicità assoluta o Beatitudine.
Proviamo a conoscere meglio questi livelli e piani di coscienza.

Il piano fisico

Nella scala evolutiva la prima ad apparire è stata la Materia – espressione del piano fisico della coscienza. Vediamo quali sono le caratteristiche di questo piano.
Caratteri del piano fisico di coscienza, vantaggi e svantaggi:
- resistenza al cambiamento, preservazione della specie;
- individualità del corpo;
- difficoltà a estirpare le malattie;
- ripetitività meccanica;
- forti modelli comportamentali;
- disturbi abitudinari come tic, etc.;
- stimoli lenti;
- stabilità del modello fisico;
- inerzia (comportamento deviante, droghe, violenza, etc.);
- indebolimento della volontà;
- bassa motivazione per guarire.
Queste proprietà caratteristiche sono necessarie per l’adattamento e la sopravvivenza, ma al tempo stesso favoriscono la disarmonia e rallentano l'evoluzione della coscienza.

LA COSCIENZA DEL CORPO

Tutti i piani di coscienza si ritrovano sia nell’individuo che nel cosmo.
La coscienza fisica individualizzata nell’essere umano possiede:
- una consistente parte materiale che ha un’oscura coscienza adatta alle membra, cellule, tessuti, ghiandole, organi etc.;
- una parte sottile che può trasformare l’oscurità materiale in una cosciente, sensibile consapevolezza chiamata “coscienza-del-corpo”.
A proposito della coscienza del corpo Sri Aurobindo scrive:
«Il corpo agisce autonomamente e non è dipendente dalla mente… ma esiste una coscienza del corpo che deve essere risvegliata, educata, resa uno strumento capace e consapevole».
Tuttavia la coscienza del corpo è soltanto un aspetto della coscienza fisica. Il punto di vista meccanicistico può avere difficoltà nell’accettare una tale nozione, ma il semplice fatto che esistono le premonizioni del futuro dimostra che anche un evento materiale può avere un precedente nascosto in qualche ambito non-materiale.

SPUNTI DI RICERCA SUL PIANO FISICO

Sviluppare la ‘coscienza del corpo’ è sostanzialmente un tentativo individuale introspettivo, che serve a individuare metodi e strategie che procurano il minimo trauma per il corpo.
Le recenti tecniche ‘esterne’ per preservare intatta l’integrità del corpo non sviluppano di per sé la coscienza del corpo, ma rendono più facile il compito di una simile ricerca.
Il massimo valore euristico della ricerca porta allo studio di come un cambiamento di coscienza può determinare mutamenti anche nella forma fisica.
Sri Aurobindo spiega che le difficoltà in un simile tentativo si manifesteranno a due livelli:
- a livello psicologico;
- a livello del corpo.
Comunque, la spinta evolutiva può rendere le funzioni organiche sempre più duttili e flessibili fino a diventare ‘forme di dinamismo o trasmettitori plastici’.
Noi possiamo imparare a partecipare a questo progresso evolutivo previsto da Sri Aurobindo, che oltrepassa i limiti della fisiologia e della psicologia.

Il piano vitale

Il vitale è l’insieme delle nostre emozioni, passioni, desideri, brame, insistenti richieste, spinte creative, rivoluzioni ed energia dinamica.
Sri Aurobindo distingue il piano vitale dalla mente, la quale agisce per cognizione e intelligenza. La distinzione è di una importanza cruciale.
Il vitale ha alcune caratteristiche molto importanti:
1. È la sede del desiderio. Sri Aurobindo afferma: «Il desiderio è prima di tutto causa delle nostre azioni, leva per il soddisfacimento ma, al tempo stesso ostacolo principale per la nostra esistenza».
2. È la fonte di movimenti emotivi che possono condurre anche a disordini psicologici quali ansietà, paura, depressione, rabbia e impazienza.
3. È la sede di emozioni contraddittorie come depressione e aggressività, felicità e infelicità…
4. Il vitale è responsabile del perpetuarsi del dramma della vita, essendo il punto di riferimento delle nostre emozioni in conflitto. La forte repressione degli impulsi e desideri vitali determina squilibrio e malattia.
Tuttavia, pur attraverso ostacoli e difficoltà, il vitale nell’uomo, una volta purificato e ampliato, può essere un vantaggio. Esso aiuta la mente a concretizzare nella realtà le sue teoriche costruzioni e conduce ad un più alto principio chiamato 'felicità’.

L’ENERGIA VITALE O ENERGIA-DI-VITA

L’energia vitale caratterizza il piano vitale della coscienza e mano a mano che l’evoluzione progredisce, opera come intermediario tra Materia e Mente.
L’energia vitale non è un prodotto del sistema nervoso, bensì un potere che il sistema nervoso usa come veicolo o strumento.
L’energia vitale sviluppa e modifica gli organi e le capacità del corpo in modo tale che la mente umana possa esprimere il suo completo potenziale.
Ma cosa succede dell’energia vitale al momento della morte?
Nella persona che si trova in stato catalettico sembra che l’energia di vita abbia sospeso le attività esteriori e si sia ritratta in una vita sub-attiva, continuando a sostenere le attività della coscienza interiore. Però, “arriva un momento nel quale non è più possibile ripristinare le attività sospese; questo succede quando… il processo di disintegrazione è iniziato, vale a dire quando l’azione vitale diventa del tutto inerte sotto la pressione delle forze circostanti...”.
Siccome però l’uomo non è soddisfatto di quello che la natura gli ha fornito, coscientemente cerca di modificare il lavoro dell’energia vitale per conseguire risultati maggiori.
La vitalità infatti può essere liberata dalle grinfie delle ordinarie reazioni abituali per ottenere “robusta salute, prolungata giovinezza e persino straordinaria longevità”.

SPUNTI DI RICERCA SUL PIANO VITALE

La delimitazione del piano vitale come un piano di coscienza separato, radicalmente diverso dal piano mentale, è uno dei più significativi contributi di Sri Aurobindo.

MODIFICAZIONE DEL CONCETTO DI MENTE FISICA

La medicina occidentale segue ancora il modello cartesiano secondo il quale il corpo rappresenta un sistema funzionante e la mente un altro.
Una vera comprensione della persona richiederebbe invece un asse “corpo - vitale - mente” mediato da un “centro dell’anima”.
Il vitale contro la razionalità
Un approccio scientifico richiede il controllo del vitale per mezzo della razionalità.
Ma la natura del vitale non obbedisce alla mente, infatti la mente vitale può razionalizzare in modo eccellente per auto ingannarsi (trova ad es. mille giustificazioni o motivazioni per soddisfare un desiderio non supportato da nessuna esigenza logica o necessità razionale).
La visione integrale di Sri Aurobindo, invece, sostiene uno sviluppo, una discriminazione e disciplina delle parti emozionali (o vitali) e di quelle razionali (o mentali) del nostro essere assoggettandole al ruolo di un più alto, sintetico principio integrante chiamato Essere Psichico (del quale parleremo in seguito).
Vitale e moralità
La mancanza di valori morali è indicata come una delle principali ragioni dell’attuale degrado della società.
Esistono contemporaneamente due aspetti: uno psicologico ed uno assiologico del problema.
Dal punto di vista psicologico, il vitale non può essere disciplinato da moralistici sermoni.
Dal punto di vista assiologico (ovvero con riferimento alla dottrina dei valori), Sri Aurobindo sostiene che i valori morali sono costruiti dall’uomo e quindi sono transitori.
Con il progressivo cambiamento della coscienza, ad un certo stadio di sviluppo della personalità, il nostro attuale concetto di valori morali viene superato.

Il piano mentale

La mente è considerata l’apice del movimento evolutivo della natura. Ha permesso all’uomo di diventare il signore del mondo ma, sfortunatamente, è anche l’origine dei nostri più grandi disastri.
È interessante prestare attenzione ad alcune caratteristiche della mente.
a) La mente non ha limiti: i nostri pensieri possono trascendere i confini di spazio e tempo.
b) Di norma, è molto difficile controllare i nostri pensieri. La mente infatti, è come una pubblica piazza dove diversi pensieri vanno e vengono e spesso entrano in collisione.
Sorge spontanea la domanda: da dove vengono i nostri pensieri? È il cervello a produrli o esiste una mente universale dalla quale scegliamo quelle vibrazioni di pensiero con le quali siamo in sintonia?
c) La mente ha una speciale capacità di auto-riflessione; può girare intorno a sé stessa ed osservarsi.
Una parte della mente può separarsi da sé e prendere l’atteggiamento da testimone ed essere così capace di introspezione.
d) La capacità di introspezione permette di controllare dall’alto i pensieri. Questo processo avviene in quattro fasi:
- osservare un pensiero;
- guardare al di sopra dei pensieri;
- controllare i pensieri;
- dominare il pensiero.
e) Di solito riteniamo che la funzione più importante della mente sia il pensare.
Ma, acquietare la mente e cessare di pensare è una qualità che può essere molto più efficace. Nel silenzio della mente si possono percepire pensieri più elevati, intuitivi, sovra razionali i quali ci permettono di venire a capo di problemi irrisolvibili con la sola ragione.
f) La mente ama ragionare e analizzare. Ci sono però due difficoltà che limitano questo intento. In primo luogo, la ragione può costruire infinite tesi ed antitesi, ma di norma non riesce a costruire una sintesi integrale, in quanto l'essere umano è anche sottoposto a necessità, desideri, tabù, dogmi; in una parola è sottoposto all’irrazionale dell’esistenza.
In secondo luogo, queste limitazioni confermano la necessità di una ricerca sulle facoltà sovra-razionali (come ad es. ispirazione, intuizione, rivelazione e conoscenza per identità) necessarie per acquisire conoscenze superiori.
g) La mente non è la stessa cosa del cervello. Essa è un più alto principio che utilizza il cervello come strumento di azione (è come il software rispetto allo hardware).
I conflitti mentali possono generare disordini psichiatrici e psicosomatici che la mente da sola non può risolvere completamente. Questo è possibile soltanto per l'intervento di una più alta coscienza che sostituisca l'attuale modello di comportamento con uno superiore.

SUDDIVISIONI DELLA MENTE

a) La mente vitale o mente emozionale è la parte della mente influenzata dalle forze e dai moti vitali. La funzione della mente vitale è sognare e immaginare, essa inoltre è responsabile dei ‘meccanismi di difesa’ ed è anche capace di sviluppare forti rappresentazioni o formazioni mentali.
b) La mente fisica o mente sensitiva è quella permeata di coscienza fisica. Essa è esposta a dubbi, indecisione, pensieri ripetitivi e caotici.

SPUNTI DI RICERCA SUL PIANO MENTALE

Secondo la visione di Sri Aurobindo
La mente non è un organo di conoscenza, ma un'organizzatrice della conoscenza; essa non produce pensieri, ma comunica ed elabora quelli che penetrano in essa provenienti dalla mente universale.
La mente prepara l’essere alla fase successiva: lo sviluppo delle facoltà conoscitive sovra-razionali, fra le quali l’intuizione, prima per importanza.
Sri Aurobindo in Oriente e Bergson in Occidente hanno spiegato come l’Era dell’Intuizione supererà l’attuale Era della Ragione e amplierà il nostro repertorio cognitivo.
Del resto, una panoramica della ricerca nella fisica, nelle scienze comportamentali ed in medicina, dimostra che la mente è piena soltanto di occasionali, brillanti introspezioni intuitive, mentre tutto il resto è una loro amplificazione.
L’integrazione delle funzioni dei due emisferi potrebbe essere un’altra area di ricerca sul piano mentale.
Sri Aurobindo indicò sin dal 1910 che l’attitudine dell’emisfero sinistro nel sostenere argomenti critici ed analitici doveva essere bilanciata dal funzionamento sintetico ed inclusivo dell’emisfero destro.
L’integrazione dei due emisferi a livello fisico, attraverso una sintesi di cognizione e creatività, facilita la realizzazione di un più alto livello di vita.

UN PROGRAMMA PER LO SVILUPPO DELLA PERSONALITÀ

La psicologia transpersonale ridefinisce la psicologia come la scienza della coscienza e sottolinea un metodo per la crescita personale basato su una “conoscenza di sé”. Il mondo occidentale misura la crescita personale in relazione allo sviluppo della personalità e dell’individualità, mentre Sri Aurobindo si concentra su una ‘crescita interiore di coscienza’ oltre lo stato dell’ego. In effetti, una ricerca può essere efficacemente svolta, solo se le differenti parti dell’essere sono armonizzate ed integrate intorno ad un principio di una quarta dimensione che possa rimpiazzare l’ego – vale a dire intorno a quello che Sri Aurobindo chiama Essere Psichico.

Il subconscio

Oltre il piano fisico, vitale e mentale, ci sono altri livelli di coscienza nell’individuo e intorno a lui.
Il subconscio è la parte primordiale della nostra coscienza, nel quale le tracce di tutte le esperienze della nostra vita sprofondano come memorie sommerse, pronte a riemergere attraverso sogni, ‘complessi’, abitudini e malattie.
Il subconscio è composto da:
a) La parte più oscura della coscienza mentale, piena di ostinate impressioni, associazioni, nozioni radicate, reazioni abituali formate dal nostro passato.
b) La parte più oscura della coscienza vitale, piena di desideri abituali, sensazioni e reazioni nervose.
c) La parte più oscura della coscienza fisica, che è in diretto rapporto con il corpo grossolano o materiale.
Il subconscio è responsabile di:
- perpetuare le abitudini buone o cattive;
- reiterare le malattie croniche;
- far emergere influenze psicologiche dei genitori nei figli anche a livello prenatale;
- rigidità strutturale nel carattere.
Sri Aurobindo afferma che per quanto il carattere possa essere cambiato, è molto difficile farlo a causa della ostinazione del subconscio. Bisogna perciò cambiare non soltanto il proprio attuale carattere, ma anche quelli precedenti contenuti nel nostro subconscio, i quali possono essere trasformati soltanto alla luce di esperienze supercoscienti.

Il subliminale

Accanto alle ordinarie esperienze di vita, siamo consapevoli di una classe di esperienze sottili che sfidano la logica: un richiamo a fare o non fare qualcosa senza alcun motivo o ragione, un misterioso senso di pericolo prima di un viaggio che magari ci evita un incidente, aprire un libro e immediatamente trovare la pagina che cercavamo…
Alessandro Fleming, ad esempio, scoprì ‘accidentalmente’ quello che da sempre cercava di trovare con metodo scientifico – razionale: la penicillina.
Fenomeni come chiaroveggenza e ipnosi non sono spiegabili attraverso il funzionamento dei sensi esteriori.
Inoltre, come si spiegano le esperienze di soggetti NDE (Near Death Experience), fatte durante lo stato di morte apparente? E ancora, come si spiegano le premonizioni?
Tutti questi fenomeni non si possono basare sul ‘subconscio’ poiché esso è soltanto un serbatoio di ‘esperienze del passato’.

SUBLIMINALE E SUBCONSCIO

Sri Aurobindo dice che tutte le esperienze sottili hanno sede sul piano subliminale che è un piano intermedio della coscienza, dietro la superficie della personalità.
La parola ‘subliminale’ etimologicamente significa ‘sotto la soglia’.
Sri Aurobindo la adopera per descrivere un piano di coscienza che contiene l'‘essere interiore’ con una ‘mente interiore’, un ‘vitale interiore’ e un ‘fisico sottile’. Questo essere interiore è dotato di una capacità di esperienza più vasta di quella della nostra personalità esteriore.
È molto importante tenere distinto il piano subliminale dal subconscio o da quello che nella psicoanalisi è conosciuto come ‘inconscio’.

CARATTERISTICHE DEL SUBLIMINALE

Le caratteristiche del piano subliminale sono:
1. Ha una mente interiore che può conoscere direttamente le cose attraverso facoltà sovra-razionali quali intuizione e ispirazione. Inoltre, la memoria subliminale contiene sia un attivo e compiuto passato che un futuro che deve ancora evolvere.
2. Ha un vitale interiore che contiene l’energia-di-vita, libera dalle consuete limitazioni del corpo.
3. Ha un fisico sottile interiore con sensi interiori: vista, tatto, udito subliminali, che la mente subliminale adopera come suoi strumenti.
4. I sogni che affiorano sul piano subliminale, sono diversi da quelli che nascono dal subconscio. Sono veritieri, profondamente simbolici, spesso comportano predizioni del futuro e possono risolvere problemi che la nostra coscienza di veglia non riesce a risolvere.
5. Il subliminale è il punto di incontro della coscienza individuale con quella universale. È la parte migliore di noi: genera arte, poesia, filosofia, ideali ed alte aspirazioni. Esso include molti elementi dell'inconscio collettivo descritto da Jung.
La coscienza interiore o subliminale ha la capacità di svilupparsi rapidamente mentre il corpo, a causa delle sue caratteristiche di densità materiale ed inerzia, offre resistenza alle forze della trasformazione.
Nella vita ordinaria questa frattura diventa progressiva mano a mano che l'età avanza e finisce per facilitare il fenomeno della morte.

Personalità esteriore, essere psichico e essere centrale

Finora abbiamo identificato due esseri dentro di noi:
- una personalità ordinaria esterna o essere esteriore, con i suoi piani di coscienza fisico, vitale e mentale mescolati tra loro;
- un essere interiore, o essere subliminale, con un suo fisico interiore o sottile, un vitale interiore ed un piano di coscienza mentale interiore.
L’essere o personalità esteriore ruota intorno all’ego. Dal punto di vista della moderna psicologia, l’ego rappresenta lo sviluppo dell’individuo. Dal punto di vista di Sri Aurobindo, soltanto l’essere esteriore ruota intorno all’ego, mentre l’essere interiore o subliminale non può essere organizzato intorno all’ego. Per questo invece è necessario il supporto di un Ego Superiore: l’essere più profondo o “essere psichico”.
Il termine essere psichico è adoperato da Sri Aurobindo per descrivere in modo specifico l’anima, elemento che è cosa diversa dal fisico, dal vitale e dalla mente. A un certo stadio del progresso interiore l’ego deve essere sostituito dall’essere psichico, in modo tale che si possa cominciare a vivere ad un livello più profondo e più vero di coscienza, sperimentare un senso di pienezza integrale, di pace, unità, collaborazione e libera gioia.
Jung è arrivato a definire l’Essere Psichico come “centro” o “sé”; il suo limite, però, è stato nel non riconoscere che la coscienza di questo “centro” unico o “sé” è superiore alla ordinaria coscienza mentale.
Di solito, non siamo coscienti dell’essere psichico, ma in certi momenti della nostra vita, non necessariamente favorevoli, esso ci influenza fortemente e proviamo spontaneamente felicità interiore, pienezza, gioia e benessere. La coscienza psichica è libera da disturbi psicologici e ci aiuta a costruire una personalità integrale.
L’essere interiore, a sua volta, è una proiezione dell’essere centrale (il Sé involuto che sta al di sopra dell’essere manifesto), è il vero Essere eterno individualizzato.

INDIVIDUO, SOCIETÀ E MULTI-CULTURA – CENNI

Sri Aurobindo punta oltre uno schema ideale di auto-sviluppo individuale, supportato da una conoscenza che lavori anche a livello sociale. I suoi insegnamenti studiano la questione dal punto di vista dell’evoluzione di una coscienza sociale. Oggi, lo studio multi-culturale dei sistemi è diventato un importante soggetto di ricerca sulle dinamiche comportamentali, sia a livello individuale che sociale. Il tentativo iniziale di alcuni psicanalisti di applicare le loro nozioni di mente e processi mentali per comprendere la cultura, sono risultati inadeguati. La ricerca successiva si è focalizzata su aree importanti quali: sistemi di tenuta sociale, processi mentali, sistemi di convinzioni, dati etnografici, linguistici, collegamenti metaforici, sequenze rituali, simboli privati e pubblici. Finora, tutti questi tentativi concentrano l'attenzione soltanto su aspetti esteriori, culturali e sono risultati inadeguati a spiegare il cammino della civilizzazione attraverso le vicissitudini del tempo. Una coscienza che guardasse in prospettiva, sarebbe capace di afferrare i flussi nascosti che sono alla base delle apparenze esteriori. Sri Aurobindo ci fornisce alcuni elementi caratteristici. La cultura di un popolo può essere approssimativamente descritta come l'espressione di una coscienza che esprime se stessa sotto tre aspetti:
1. una parte fatta di pensiero, di ideali, di volontà diretta verso l'alto e di aspirazione dell'anima;
2. una parte fatta di autoespressione creativa,… intelligenza e immaginazione;
3. una parte fatta di pratica ed esterna espressione.
«Una filosofia ed un più alto pensare di un popolo rende … più vasta e più generale la formulazione della sua coscienza di vita e la sua visione dinamica dell'esistenza».
«La sua religione formula la più intensa… aspirazione dell’anima verso la realizzazione dei suoi più alti ideali e impulsi».
«La sua arte… ci fornisce l’espressione della sua svolta essenziale ed intelligenza creativa».
«La società e la politica forniscono… la dimostrazione concreta più esteriore nella quale la vita, in mezzo a tante difficoltà, manifesta e realizza quanto è possibile dei suoi ideali ispirati...».
Ne deriva perciò che la vita dell’uomo non è una manifestazione singola, ma stratificata su vari livelli: mente sensitiva - mente dinamica - mente etica - mente estetica – ragione e volontà intelligente.
Tutti gli aspetti della vita non si sviluppano armoniosamente, ma sfociano nella comparsa di "tipi di cultura parziale":
- cultura prevalentemente estetica (antica Atene e Italia del Rinascimento);
- cultura prevalentemente etica (Roma repubblicana e Sparta);
- cultura prevalentemente razionale: (Europa del XIX secolo).
Lo sviluppo preponderante di un particolare aspetto rispetto agli altri è causa di squilibrio, il quale spinto all'estremo può portare persino alla dissoluzione di una cultura. Ne consegue, come naturale corollario, che nemmeno la cultura razionale è l’apice dell’evoluzione sociale la quale può essere ormai superata da principi più alti così da preparare la strada verso una futura “èra integrale”.

Evoluzione sociale e Coscienza Prospettiva

Sri Aurobindo spiega che la natura della società umana è simile a quella dell’individuo. Entrambi hanno un'anima che è il loro sé reale, e un organico sé esterno fatto di corpo, vita e mente. Entrambi tracciano sulla terra una curva parallela di evoluzione. Ma l’individuo non può appartenere soltanto a un gruppo sociale, deve avere anche la capacità di andare oltre ogni gruppo sociale.
Così, i giovani di tutto il mondo danzano sulla stessa musica e hanno composto perfino un inno mondiale (“We are the World”, noi siamo il mondo). Ma la capacità di andare oltre il proprio gruppo sociale, non può metterci automaticamente in diretto contatto con l’intera umanità. Ci dobbiamo muovere progressivamente, attraverso aggregati sempre più ampi fino a quando non si è pronti per l'universalità finale.
Secondo Sri Aurobindo, il vero fattore determinante dei fenomeni sociali, è la coscienza della società, vale a dire la sua anima-coscienza che governa i suoi movimenti psicologici di superficie così come i fenomeni fisici e materiali esterni. Sri Aurobindo traccia il cammino per l’evoluzione sociale (che poi è lo stesso per l’essere umano individuale), attraverso tre tappe:
- infra-razionale;
- razionale;
- sovra-razionale o spirituale.
Questo cammino è basato su una prospettiva psicologica della società. Il passaggio da una fase a un’altra non è automatico. Esso avviene attraverso fasi diverse intermedie, come le ha definite Lamprecht ed elaborate da Sri Aurobindo in ogni loro aspetto nelle due opere Il ciclo umano e L’ideale dell’unità umana.
Forse la più importante limitazione della nostra epoca è la sua incapacità di sintetizzare in maniera armonica Conoscenza e Volontà. Le nostre più grandi teorie sono infatti inadatte per essere effettivamente concretizzate nella realtà, e le nostre azioni più forti troppo impulsive o immature per far parte di una visione unitaria.

Una prospettiva contemporanea

Negli ultimi duemila anni il mondo è stato alimentato e nutrito con le vibrazioni di pensiero principalmente messe in moto da Buddha, Socrate e Confucio.
L’epoca attuale è testimone di un nuovo ciclo di pensiero, consolidato da Sri Aurobindo, che punta su una nuova curva di coscienza evolutiva. È interessante vedere come George Withoulkas, un fisico greco contemporaneo, ha sviluppato un nuovo modello di salute e malattia che è in sorprendente armonia con il concetto di salute integrale. Inoltre è importante osservare come una dimensione transpersonale della psicologia riconosce due concetti fondamentali identificati da Sri Aurobindo molto tempo prima:
- la psicologia è una scienza della coscienza;
- ci sarebbe un principio Oltre-l'Ego, intorno al quale una crescita personale è possibile.

IL MODELLO DI VITHOULKAS

Vithoulkas suggerisce un nuovo modello, le cui idee sono molto simili al modello Integrale di Sri Aurobindo. Ecco alcuni dei principali aforismi di Vithoulkas:
1. «L'essere umano è costituito da tre piani fondamentali di energia o modelli organizzativi:
- il piano Mentale – Spirituale;
- il piano Psichico – Emozionale;
- il piano Fisico – Materiale che include gli istinti ed i cinque sensi».
2. «Ognuno di questi tre piani – mentale, emozionale e fisico – sebbene complessi in natura, costituiscono entità distinte e separate che differiscono essenzialmente nelle loro frequenze vibrazionali e nei modelli informativi...». Questa osservazione di Vithoulkas è conforme agli insegnamenti di Sri Aurobindo.
3. «Ogni evidenza ci permette di affermare che non esiste soltanto una possibilità bensì una necessità per l'organismo, in alcune circostanze, di "unire" o "dissociare" i complessi campi di energia dei piani mentale – emozionale, almeno in parte, ed i campi del corpo fisico».
4. «Tutti e tre i livelli di funzionamento sono interconnessi da un campo di energia universale o cosmica, la quale è neutra per carattere e qualità. La funzione di questa energia è di animare ogni cosa nell’Universo, incluso la triade di corpo – mente – emozioni dell’essere umano. Ogni piano adopera questa energia di base e la trasforma seguendo le proprie particolari esigenze e funzioni. Questo tipo di energia è il substrato attraverso il quale tutte le manifestazioni fisiche possono aver luogo».
Sri Aurobindo ha spiegato ampiamente la formulazione dell’energia universale come ‘shakti pranica’ racchiusa nell’essere umano.
5. «Esistono tendenze innate dentro ogni essere umano per conseguire uno stato di teleosis (sintesi, maturità) o soccombere sotto la legge di entropia, di aposynthesis (decomposizione).
In accordo con Sri Aurobindo, un simile stato può essere raggiunto soltanto laddove una personalità egocentrica viene sostituita da una personalità spirituale, vale a dire quando l’essere psichico si fa avanti per governare la vita. Questo implica un cambiamento di coscienza.
Nonostante le sue carenze, la concezione fondamentale di Vithoulkas è molto vicina al modello Integrale di Sri Aurobindo secondo il quale tutta l'esistenza è uno stato di armonioso equilibrio tra i diversi piani di coscienza.

Conclusioni

La concezione integrale di Sri Aurobindo è basata sulla visione di una esistenza vasta e progressiva:
1. Esiste in natura una evoluzione ascendente che va dalla pietra alla pianta, dalla pianta all’animale, dall’animale all’uomo.
2. L’essere umano è considerato lo stadio finale di questa ascesa e noi crediamo che non esista niente sulla terra superiore a lui. Ma questo è un errore.
3. La natura non può essere soddisfatta per un simile imperfetto risultato (fermarsi al “modello di un omino in giacca e cravatta” – come dice Satprem); essa si sforza di creare un essere che sarà per l’uomo, quello che l’uomo è stato per l’animale.
4. L’uomo è soltanto un essere di transizione: egli vive in una coscienza mentale, ma con la possibilità di acquisire una nuova coscienza, la Coscienza-di-Verità (o Sopramente).
5. Questo si realizzerà solo quando da una coscienza esteriore fisica, vitale e mentale si passerà alla più alta coscienza dell’Essere Psichico che è il principio reale ed integrale della personalità umana.
6. Esiste una sorgente inesauribile di energia nell’universo e nell’uomo, che potremo utilizzare attraverso una crescita psicologica.
7. Ne deriva che un modello di vita integrale non dipende da una combinazione di differenti sistemi, ciascuno dei quali opera attraverso stati di energia sottostanti ai singoli piani di coscienza.
Le fasi evolutive della coscienza individuale e sociale ci fanno progredire da una condizione infra-razionale ad uno stadio di vita più completa, sovra-razionale la quale implica necessariamente un’espansione della coscienza. Tuttavia, il vecchio modo di essere persiste e domina ancora oggi la coscienza ordinaria. Forse, sta arrivando il tempo per una ulteriore trasformazione della natura umana, per una evoluzione in ogni individuo, in ogni corpo, in ogni atomo; una trasformazione che ci renderà sempre più coscienti.
È l’antico, millenario insegnamento dei Veda secondo il quale l’evoluzione non è finita perché, come dice Sri Aurobindo, essa «è l’eterna avventura della nostra coscienza».

Bibliografia

1. Sri Aurobindo – La Vita Divina.
2. Sri Aurobindo – La Sintesi degli Yoga.
3. Sri Aurobindo – Lettere sullo Yoga.
4. Sri Aurobindo – Essays Divine and Human.
5. Sri Aurobindo – La Manifestazione Sopramentale sulla Terra.
6. Sri Aurobindo – Il ciclo umano.
7. Sri Aurobindo – L’ideale dell’unità umana.
8. Mère – Collected Works of The Mother.
9. Mère – Questions and Answers.
10. Basu S. – Integral Health.
11. Basu S. – The Synthesis of Eastern and Western Psychological Paradigms in the Light of Sri Aurobindo.
12. Basu S. – Integral Education– A psychological perspective.
13. Dalal, A.S. – Living Within.
14. Dalal A.S. – Psichology, Mental Health and Yoga.
15. Dennet Daniel C. – Consciouness Explained.
16. Gandhi, K. – Social Philosophy of Sri Aurobindo and the New Age.
17. Goswami C.R. – Integral Psychology.
18. Satprem – L’avventura della Coscienza.
19. Sen Indra – Education and Yoga.
20. Sen Indra – Integral Psichology.
21. Subbannachar N.V. – Social Psychology, The Integral Approch.
22. Vithoulkas G. – A New Model for Health and Disease.