IL DIVINO
nell’esperienza di Sri Aurobindo

«La concezione del Divino come Potere esterno onnipotente che ha “creato” il mondo e lo governa da monarca assoluto e arbitrario (concezione cristiana o semitica), non è mai stata la mia: essa contraddice troppo la mia visione e la mia esperienza di trent’anni di esplorazione spirituale. È contro questa concezione che è nata l’obiezione atea — dato che l’ateismo in Europa è nato da una reazione poco profonda e piuttosto infantile nei confronti di una religiosità essoterica poco profonda e infantile, piena di nozioni popolari inadeguate e grossolanamente dogmatiche.

Quando io parlo di Volontà divina, intendo qualcosa di diverso: qualcosa che è disceso quaggiù, in un mondo d’Ignoranza in evoluzione e che è presente dietro le cose, che con la sua Luce preme sull’Oscurità per condurre le cose verso il loro meglio possibile nelle attuali condizioni di un mondo d’Ignoranza, per prepararlo infine alla discesa di un potere divino più grande, che non sarà una onnipotenza attenuata e condizionata dalle leggi del mondo così com’è attualmente, ma un’onnipotenza pienamente attiva e che, di conseguenza, realizzerà il regno della luce, della pace, dell’armonia, della gioia, dell’amore, della bellezza e dell’Ananda, perché tale è la natura divina.

La Grazia divina è qui, pronta ad agire in ogni istante, ma si manifesta progressivamente, in proporzione alla nostra crescita e al nostro passaggio dalla Legge dell’Ignoranza alla Legge della Luce, e non agisce secondo un capriccio arbitrario — per quanto miracolosi possano sovente essere i suoi interventi —, ma come un aiuto per questa crescita e come una Luce che guida e che conduce alla liberazione finale.

Se noi consideriamo i fatti del mondo per quelli che sono e i fatti dell’esperienza spirituale — né gli uni né gli altri possono essere trascurati —, non vedo quale altro Divino possa esistere. Questo Divino può spesso condurci attraverso l’oscurità, perché l’oscurità è presente in noi e intorno a noi, ma è esclusivamente verso la Luce che Lui ci conduce.»

SRI AUROBINDO
1936

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