L’ATTUALE TRANSIZIONE

 Mère —

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Una cosa sembra evidente: l’umanità è arrivata a un certo stato di tensione generale — tensione di sforzi, tensione di azioni, tensione perfino nella vita di tutti i giorni —, con una iperattività così eccessiva, un’agitazione così generale che la specie nel suo insieme sembra arrivata a un punto in cui è necessario o far esplodere le nostre resistenze e emergere in una coscienza nuova, oppure ricadere in un abisso di oscurità e di inerzia.

È una tensione così totale e generalizzata che qualcosa deve per forza spaccarsi. Non può continuare così. Lo possiamo prendere come un segno certo dell’infusione nella materia di un principio nuovo di forza, di coscienza, di potere, che con la sua stessa pressione provoca questo stato critico. Esteriormente, potremmo aspettarci che la Natura ricorra a quei vecchi espedienti con i quali è solita provocare uno sconvolgimento; esiste però un fenomeno nuovo, riscontrabile con evidenza solo in una élite, anche se in una élite piuttosto vasta, e questo fenomeno non è localizzato in un punto solo, in un certo luogo della terra, ma mostra segni in tutti i paesi, su tutta la terra: la volontà di trovare una soluzione nuova, più alta, ascendente, di fare uno sforzo per emergere verso una perfezione più ampia, più comprensiva.

Vanno elaborandosi e stanno agendo nel mondo certe idee di carattere più generale, più esteso, più collettivo potremmo dire. Le due cose vanno di pari passo: la possibilità di una distruzione più grande e totale, di un’invenzione che aumenti in modo spropositato la possibilità della catastrofe, di una catastrofe che sarebbe molto più massiccia di quelle che ci sono mai state finora; e allo stesso tempo il nascere o meglio il manifestarsi di idee e di volontà molto più alte e comprensive che, una volta intese, apporteranno un rimedio più profondo, più vasto, più completo, più perfetto di prima.

Questa lotta o conflitto tra le forze costruttive di una evoluzione ascendente, di una realizzazione sempre più perfetta e divina, e le forze sempre più distruttive — potentemente distruttive, perché sono forze di una follia che sfugge a ogni controllo — sta diventando sempre più evidente, visibile a occhio nudo. È una sorta di corsa o di gara a chi arriverà primo. Sembrerebbe che tutte le forze avverse, le forze del mondo vitale, siano scese sulla terra e ne facciano il loro campo d’azione; e che al tempo stesso sia scesa sulla terra anche una forza spirituale più alta, più potente, nuova, per portarvi una nuova vita. Questo rende la lotta più acuta, più violenta, più visibile; ma, pare, anche più decisiva: ecco perché possiamo sperare prossima una soluzione.

Nel tempo andato, non poi così lontano, l’aspirazione spirituale dell’uomo tendeva a una pace silenziosa, inattiva, distaccata da tutte le cose di questo mondo, a una fuga dalla vita, proprio per evitare la battaglia e per mettersi al di sopra della mischia, per liberarsi dello sforzo. Si trattava insomma di raggiungere una pace spirituale in cui, con il cessare della tensione, della lotta, dello sforzo, cessa anche la sofferenza in tutte le sue forme: questa era considerata la grazia divina, l’aiuto divino, l’intervento divino. E ancora adesso, in quest’epoca di angoscia, di tensione, d’ipertensione, quella pace sovrana è fra tutti gli aiuti il più accetto e benvenuto, il sollievo chiesto e sperato. È ancora questo, per molti, il vero segno dell’intervento divino, della grazia divina.

E in effetti, qualunque cosa uno voglia realizzare, bisogna cominciare con lo stabilire una pace perfetta e immutabile, perché questa è la base su cui lavorare; però, a meno di non pensare a una liberazione esclusivamente personale, egoista, non ci si può fermare là. C’è un altro aspetto della grazia divina: un progresso che riporterà la vittoria su tutti gli ostacoli, che farà balzare l’umanità in una realizzazione nuova, che aprirà le porte di un mondo nuovo, che consentirà di beneficiare della realizzazione divina non solo ad alcuni eletti, ma farà sì che la loro influenza, il loro esempio, il loro potere, conduca il resto dell’umanità a una condizione nuova e migliore.

Questo apre prospettive di realizzazione nel futuro, possibilità già previste grazie alle quali tutta una parte dell’umanità, tutta quella parte che consciamente o inconsciamente si è aperta alle forze nuove, verrà come innalzata verso una vita più alta, più armoniosa, più perfetta… Anche se non saranno sempre consentite né possibili trasformazioni individuali, ci sarà una sorta di innalzamento dell’insieme, di armonizzazione del tutto, che consentirà l’instaurarsi di un nuovo ordine, di un’armonia nuova che farà sparire l’angoscia del disordine e delle lotte attuali, per sostituirla con un ordine che permetta un funzionamento armonioso dell’insieme.

Ci saranno altre conseguenze, che grazie a un mezzo opposto tenderanno a far sparire quanto l’intervento della mente nella vita ha fatto sorgere di perverso e di laido, tutto quell’insieme di deformazioni che hanno aggravato la sofferenza, la miseria, la povertà morale, tutta quella zona di miseria sordida e ripugnante che rende una gran parte della vita umana qualcosa di orrendo. Ecco, tutto questo deve sparire. È questo che fa essere, sotto tanti aspetti, l’umanità infinitamente inferiore alla vita animale nella sua semplicità e nella sua naturalezza spontanea, così armoniosa nonostante tutto. La sofferenza negli animali non è infatti mai sordida e miserabile come lo è in tutta quella parte dell’umanità pervertita da una mentalità indirizzata a fini egoistici.

Bisogna andare al di là, innalzarsi verso la Luce e l’Armonia; oppure ricadere indietro, nella semplicità di una vita sanamente animale, non pervertita.

[dopo un momento di silenzio, Mère aggiunge:]

Ma quanti non potranno essere tirati su, quanti si rifiutano di progredire, perderanno automaticamente l’uso della coscienza mentale e ricadranno in uno stadio infraumano.

[…]

La parte di umanità, della coscienza umana, capace di unirsi al Sopramentale e di liberarsi verrà completamente trasformata: avanza infatti verso una realtà futura non ancora espressa in forma esterna; mentre la parte che è rimasta molto vicina alla semplicità animale della Natura verrà riassorbita dalla Natura e ne verrà strettamente assimilata. Ma quella parte corrotta della coscienza umana che con un cattivo uso della mente consente la perversione verrà spazzata via. Questo genere di umanità fa parte di un tentativo infruttuoso. Verrà perciò eliminata, come nel corso della storia mondiale sono state eliminate altre specie abortite.

[…]

Il grande Sacrificio del Divino nella materia è quello di una involuzione che deve portare alla rivelazione totale del Divino proprio nella materia.

l’Agenda di Mère, vol. I (pagg. 187-190)

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