ARTI TRANSUMANISTE 


 

Le arti transumaniste sono dedite all’esplorazione dei nuovi ritrovati elettronici per implementare i sensi e sviluppare realtà alternative.

Come teoria estetica, l’arte trasumanista è stata introdotta nel 1982 (originariamente “TransArt”) dal manifesto di Natasha Vita-More.

Ma già nel 1980 il film “Breaking Away” (cortometraggio realizzato da Don Yannacito con la produzione dell’università del Colorado) aveva sancito l’inizio del movimento trans-artistico, cercando di tracciare un quadro della nuova arte come riflesso delle aspirazioni visionarie dei transumanisti.

I trans-artisti si rifanno in parte al futurismo e al dadaismo.

Al futurismo, in quanto rinnegava la tradizione e glorificava il contemporaneo, enfatizzando la macchina (la tecnologia) e la velocità (il movimento, abbracciando la fusione di arte e scienza).
Al dadaismo per il suo fervore rivoluzionario, in quanto portatore di nuovi valori estetici e promotore di una radicale trasformazione dell’esistente.

Sicuramente i trans-artisti devono molto anche alle riflessioni sull’auto-espressione e sulla mente artistica dell’espressionismo astratto e dell’arte concettuale, secondo cui «l’atto di pensare è già una forma d’arte».

Si tende a far rientrare fra i trans-artisti anche personaggi come Marvin Minsky, Timothy Leary, Bill-Viola, Karl Sims, che non sono propriamente dei transumanisti.

Qui sotto riproduciamo alcune opere di trans-artisti nel dominio della ‘visual art’.