ALL’AMICO DI SEMPRE E PER SEMPRE BERNARD/ SATPREM

di Marilde Longeri

Mi unisco con fervore a Tommaso condividendo ogni parola delle sue riflessioni in risposta a La fin de l’Illusion di Luc Venet e alla lettera di Boni.
I sopraccitati documenti grondano di mezze verità, di “forzato oblio verso il passato” di falsità e di un rancore, a lungo represso, nei confronti di Satprem. Vengono, subito spontanee alcune domande: come mai Boni (e Luc con lui) non ha osato spargere il suo veleno, abbellito da presunte dichiarazioni veritiere, quando Satprem era ancora su questa Terra?
E perché addebitare (fra le molte ingiurie) a Satprem il fatto di essere caduti sia Boni sia Luc in una sorta di strano “incantesimo” che non permetteva loro una mente lucida e un cuore sincero, poiché totalmente asserviti ai voleri di un Grande? Avevano bisogno di un maestro, di una guida per portare avanti il loro percorso spirituale? Parrebbe proprio di sì. Hanno messo su un trono dorato Satprem, ne hanno fatto un “santino” per poi distruggerlo totalmente e difendere i propri ego, le proprie mancanze e insensatezze.
Ho sempre considerato Satprem un amato compagno di viaggio che mi ha permesso di arrivare nella forma più luminosa a Mère e a Sri Aurobindo grazie alle sue innumerevoli lettere e ai suoi ispirati libri, vere esperienze di vita: da L’Avventura della Coscienza alla Trilogia dedicata a Mère e a seguire fino ai Carnets. Non mi è mai passato per la mente di trasformare Satprem in un nuovo guru, dando a lui la responsabilità delle mie azioni spirituali e materiche.
Posso affermare, senza smentita alcuna, di essere testimone diretto avendo partecipato in forma attiva (assieme all’indimenticabile amica Mirella Chiappori — purtroppo scomparsa nel 1994 — alla quale Satprem con Sujata donò il primo volume dell’Agenda in francese e la stimolò a creare assieme a Boni, Davide e alla sottoscritta l’Istituto) all’attuazione stessa dell’Istituto di Ricerche Evolutive con sede a Milano, anno 1977.
Forse Boni dimentica di essere stato per anni in costante comunicazione con Satprem tramite lettere, telefonate quasi giornaliere con Micheline che poi riferiva i vari problemi a Satprem. Dimentica di avere assunto i gloriosi panni dell’eletto, ritenendosi uno dei “discepoli” (ahimè!) preferiti da Satprem.
Dimentica di essersi identificato con Satprem al punto tale da assumerne l’identica calligrafia e i modi che a un occhio superficiale potevano apparire solo “intransigenti”. In sintesi, Boni tentò in forma esponenziale di imitare Satprem, di divenire la sua fotocopia italiana.
Ora, è tutto più che mai, chiaro.
Satprem per Boni allora aveva assunto le fattezze di un Dio. Si interessava ben poco a Sri Aurobindo, concentrato come era su Satprem e sull’Agenda. Boni si sentì chiamato a divenire in Italia l’indiscusso difensore di Satprem, emettendo dogmi a destra e a manca. Quante persone sono state scomunicate… sempre in nome di Satprem?
Il gruppo di Vérité sembrava avere appunto la “verità” in tasca e con l’aura da santoni sotto mentite spoglie redarguivano violentemente chi non era del tutto d’accordo con le loro azioni. Piovevano rimproveri, lettere minacciose, perfino (per citare un esempio fra i molti) nei confronti di Ilaria Rattazzi, figlia di Susanna Agnelli, che tanto si adoperò per la pubblicazione dell’Agenda e dei libri di Satprem. Ilaria pubblicò due pagine intere su Mère all’interno del supplemento del Corriere della Sera. Poiché aveva osato chiamare Mère, una grande Guru, venne con virulenza messa all’indice.
Non voglio elencare qui le malefatte ordite nei miei confronti. Del resto neppure io — come tutti — non sono certo la perfezione caduta sulla terra. Mi avverto molto ma molto umana con dentro tutte le luci e le ombre che l’umano porta con sé.
Però, non ho mai predicato, emesso sentenze, scomunicato persone.
Ma al di là dei propri piccoli e abbastanza nauseanti ego personali, voglio testimoniare qui la malafede di Boni nella sua melliflua, colma di apparenti buone intenzioni, lettera a Luc! Anche sforzandomi al massimo non percepisco una sola parola sincera.
Provo un assoluto sconcerto.
La rivolta odierna di Boni, intrisa del veleno accumulato negli ultimi anni, attiene sicuramente all’allontanamento perpetrato nei suoi confronti da Satprem stesso e a quella ormai famosa frase: «qu’il cherche son chemin dans sa crasse».
Allora, dopo una frase del genere che al momento non può certo far piacere a nessuno, invece di guardare dentro se stessi, capire, e auspicare un balzo in avanti, si reputa giusto e imperioso buttare a mare il Dio Satprem che tanto si era amato. Il nemico è dunque sempre fuori di noi.
Bisogna, all’insegna di Jung e dell’ombra oltraggiare Satprem per sentirsi poi in pace con la propria coscienza. È quindi necessario discettare sulla eventuale ombra di Satprem per essere appagati.
L’ombra altrui suscita evidentemente una fascinazione estrema.
E fare a pezzi l’altro da sé alimenta il vitale grezzo e fa emergere ciò che veramente siamo.
Difficilmente capita di visualizzare così tanto fango gettato su una persona, quale Satprem che con la sua assoluta determinazione, con la sua forza e con il suo amore ha dedicato l’intera vita al Lavoro di Mère e di Sri Aurobindo. Infangando Satprem, in codesto puerile e assatanato modo, si insultano anche Mère e Sri Aurobindo. E l’azione è veramente grave!
Ecco i motivi della mia testimonianza.
A questo punto, lasciando che le ombre rientrino nell’ombra, non posso far altro che ringraziare ancora e ancora Satprem per non avere mai accettato le maschere, le falsità, gli inganni e per avere combattuto sino in fondo contro i farisei, gli integralisti, i detentori della verità, i dogmatici, gli omuncoli che si aggirano per le strade della nostra esistenza e vogliono spazzare via dalla terra e dai propri ricordi chi li ha troppo aiutati e amati.
Grazie Satprem per non avere mai invaso d’illusioni il mio cuore, la mia mente e la mia anima. Grazie per essere stato un Leone che nessuna congrega invasata e nessuna lancia ai fianchi sono riuscite mai a domare!

Marilde Longeri
10 luglio 2007