NEO EUGENETICA


Da eu (“buono”) e genos (“specie”) è stato coniato il termine eugenetica.
Tradotto nella pratica, corrisponde al razzismo tradotto in scienza.
Il termine fu utilizzato per la prima volta nel 1883 dallo psicologo inglese Francis Galton, sostenitore delle teorie evoluzioniste di suo cugino Charles Darwin. Galton, che considerava l’eugenetica una scienza politica, volta a salvaguardare «le classi più dotate», sosteneva la regolamentazione dei matrimoni e delle nascite in base alle caratteristiche ereditabili dai genitori.
In quello stesso periodo, negli U.S.A. fu emanata una legge che obbligava la sterilizzazione degli individui psicolabili o “minorati”. E furono emanate nel contempo leggi di restrizione dell’immigrazione per proteggere «il puro ceppo americano» (!?!). Di fatto, negli anni Trenta, migliaia di cittadini statunitensi colpevoli di omicidio, rapimento, furto, furono sterilizzati chirurgicamente.
In Europa la Francia e la Germania iniziarono qualcosa di analogo agli inizi del Novecento. Poco dopo Hitler rincarò la dose — e affermò: «Il mischiarsi delle razze superiori con quelle inferiori è chiaramente contrario all’intento della natura e implica l’estinzione della razza superiore ariana. Ogni qualvolta il sangue ariano è stato mischiato con quello di persone inferiori, il risultato è stato quello di eliminare coloro i quali sono i portatori della cultura».
Per la verità, questo atteggiamento non sparì del tutto dopo la seconda guerra mondiale. In Svizzera fino a pochi anni fa molte persone sono state sterilizzate chirurgicamente, specialmente nelle cliniche psichiatriche. In Svezia venne negato il diritto di riprodursi a circa 230mila persone fra il 1935 e il 1996, per ragioni di “igiene sociale e razziale”. Simili fatti pare siano avvenuti anche in Danimarca, Norvegia, Finlandia, Austria, Canada, Stati Uniti d’America.

Oggi, la “neo eugenetica”, basata sulle tecnologie, cerca con altri mezzi risultati analoghi.