Gustave Moreau

Gustave Moreau (Parigi, 6 aprile 1826 - Parigi, 18 aprile 1898) è stato un pittore francese.
Figlio di un architetto, nel 1857 compie il primo viaggio in Italia, fondamentale per la sua formazione, in cui ha la possibilità di studiare da vicino le opere dei grandi maestri del passato; è in questo viaggio che incontra per la prima volta Edgar Degas e Pierre Puvis de Chavannes.
Le sue prime esperienze pittoriche sono legate al classicismo; poi, intorno al 1870, il suo stile raggiunge la pienezza: il colore risplende in bagliori di smalto e il chiaroscuro sfuma in ombre dorate. Da questo momento le composizioni si fanno sempre più complesse, inglobando elementi eterogenei per creare un clima mistico e allo stesso tempo sensuale. Il mito e la storia si fondono in modo suggestivo, in cui il naturalismo quasi scientifico del dettaglio appare marginale rispetto alla stupefacente fantasia dell’insieme. Esempi di queste trasfigurazioni fantastiche sono le illustrazioni per le favole di Jean de La Fontaine, eseguite tra il 1881 e il 1885.
A partire dal 1886 si dedica con assiduità agli schizzi a olio e agli acquerelli, in cui risaltano le sue notevoli qualità di colorista, libero da vincoli formali e compositivi.
Nel 1891 è nominato professore all’Accademia di Belle Arti di Parigi e ha tra i suoi allievi molti dei futuri esponenti del movimento di fauves, tra cui Henri Matisse, Albert Marquet e Georges Rouault.
Moreau muore a Parigi il 18 aprile 1898 ed è sepolto nel cimitero di Montmartre. La maggior parte della sue opere sono conservate in quella che fu la sua dimora parigina ed è, dal 1902, il Musée Gustave Moreau, uno dei cenacoli dell’arte della seconda metà dell’Ottocento e un punto di passaggio obbligato per chiunque subisca la seduzione degli eccessi fascinosi di enigmi rutilanti, talora selvaggi, spesso crudeli, sempre aureolati di una poesia che, essa sola, può riassumere l’intero simbolismo pittorico francese. Non a caso l’universo di Moreau palpita di carni nude palpitanti sotto veli, trine d’oro, gioielli e profumi di cui Baudelaire soltanto seppe, con il linguaggio della poesia, inebriarci. E tuttavia, al tempo stesso, Moreau non è riducibile a un’immagine schematica, per seducente che essa sia, di pittore del fantastico mitologico e di esponente privilegiato di una fin de siècle più o meno decadente. Egli, infatti, volle esplorare tutti i settori dell’arte del suo tempo, inventò nuove forme al limite dell’informale e fece in seguito sognare intere generazioni di surrealisti: la sua opera ha svolto una notevole funzione ispiratrice nei confronti del surrealismo, riconosciuta esplicitamente da molti esponenti del movimento, fra cui Salvador Dalì e Max Ernst.
Moreau è interessato più a rendere un’idea che a visualizzare un’immagine; in questo la sua pittura anticipa l’immaginazione degli artisti legati al simbolismo, che vedranno in lui un precursore del loro movimento.
Nel corso della sua vita, Moreau ripete più volte i temi delle sue opere, in maniera quasi ossessiva: talvolta ripete un dipinto con variazioni più o meno significative tempo dopo la prima stesura, altre volte lascia alcune opere momentaneamente incomplete per terminarle a distanza di anni.