La scoperta del

segreto dei Veda
da parte di
Sri Aurobindo

a cura del CENTRO STUDI arya

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Sri Aurobindo ha scoperto il senso segreto della poesia mistica del Rg-Veda essenzialmente per vie intuitive.

I primi anni del suo esilio a Pondicherry, Sri Aurobindo si avvicina alla lettura dei Veda nell’originale sanscrito. Fino a quel momento aveva letto solo traduzioni inglesi o indiane e aveva visto in quei testi, al pari degli eruditi traduttori (orientali o occidentali) solo un coacervo ritualistico piuttosto oscuro, «di scarso valore per la storia del pensiero o per una viva esperienza spirituale» (da “Il segreto dei Veda”, aria nuova edizioni). Ma nell’originale sanscrito, scopre di colpo «una vena ininterrotta d’oro purissimo, sia dal punto di vista del pensiero che dell’esperienza spirituale […] Mi accorsi che i mantra vedici illuminavano di una luce nitidissima certe esperienze spirituali che avevo avuto e di cui né la psicologia europea, né le diverse scuole yoga, né l’insegnamento del vedanta erano mai riusciti a darmi una spiegazione soddisfacente» (op.cit.).

Sri Aurobindo è in grado di ’ri’conoscere il vero senso dei Veda solo perché, prima, ha avuto esperienze analoghe. Proprio i rishi vedici parlano dei loro inni come di “parole segrete, saggezze di veggenti che solo al veggente rivelano il loro senso nascosto” [Rg Veda, IV.3.16]. Per questo gli eruditi non sono riusciti a vedere null’altro che strani e incomprensibili “balbettii di un’umanità infantile” (per citare le parole di uno dei questi eminenti studiosi). Sri Aurobindo scopre la corrispondenza sbalorditiva esistente fra alcune sue esperienze spirituali, di cui per l’appunto non era riuscito a trovare traccia finora nei testi letti, e i versi poetici dell’antichissimo Rgveda!

Non dimentichiamo che il Rgveda è la prima testimonianza scritta del mondo di cui abbiamo conoscenza. Non è dunque privo di significato che Sri Aurobindo abbia ritrovato il Segreto dei primordi di questo nostro ciclo umano.

Sbaglieremmo certamente a credere che il cammino di Sri Aurobindo dipenda dalla rivelazione vedica. Per quanto straordinari possano apparirci i Veda, per lui si trattava soltanto di un indizio lungo il percorso, una conferma a cose fatte. Sarebbe infatti una ben futile impresa voler resuscitare i Veda nel XX secolo, come se lì fosse stato raggiunto una volta per tutte il culmine della realizzazione.

E tuttavia, è utile e importante scoprire che alla base della nostra attuale civiltà ci furono dei poeti-veggenti che hanno scoperto alcune verità destinate a lasciare una importante traccia nella memoria subcosciente dell’uomo, verità pronte a riemergere proprio in questo nostro attuale momento storico in cui tutto sembra giungere a un tale parossismo di insensatezza da richiedere con sempre maggiore perentorietà una soluzione radicale.

Sri Aurobindo, il divino Poeta-veggente dei nostri tempi, collega per noi il passato e il futuro armonizzandoli insieme in una gloria di rivelazione sublime e multiforme.

Nei suoi Record of Yoga (una serie di diari personali sulla pratica yogica — per maggiori informazioni vai al collegamento) Sri Aurobindo annota con stile ellittico il modo decisamente particolare in cui procede la propria opera di esegesi rigvedica. Riportiamo qui le note principali estratte da tali taccuini, per cercare di cogliere un po’ più da vicino i procedimenti interiori attraverso i quali è riuscito a svelare il senso segreto dei bardi vedici.

28.11.1912 - «The Secret of Veda is now fixed & exact confirmations occur frequently»
«Il segreto del Veda è ormai stabilito e conferme precise giungono frequentemente».

5.12.1912 - «It has been predicted that the scholastic work will be done in future not by the intellect but by the Vijnanam. This has begun to be fulfilled, and the remaining difficulties in the Veda are beginning to vanish»
«È stato predetto che l’opera di esegesi nel futuro sarebbe stata compiuta non più dall’intelletto ma da Vijnanam [la coscienza sopramentale]. Ciò ha iniziato a compiersi, e le difficoltà residue nel Veda cominciano a dissolversi».

8.12.1912 - «It is even suggested that ‘ud’ & ‘manup’ were actual words used in pre-Vedic Sanscrit»
«È stato perfino suggerito che ‘ud’ e ‘manup’ siano state parole compiute utilizzate nel sanscrito pre-vedico».

Sri Aurobindo, attraverso determinate facoltà sopramentali (trikaladrshti in particolare), riceve infatti precise indicazioni relativamente al sanscrito pre-vedico, utilizzando spesso per identificarlo la sigla O.A. (ovvero, “Old Aryabhasha”, che possiamo tradurre con ‘vecchio linguaggio”); si tratta di un linguaggio perduto, del quale abbiamo perfino alcune frasi trascritte da Sri Aurobindo.

9.12.1912 - «Parasara’s Suktas are being interpreted by the vijnana, but not very perfectly, as the modern associations of the words still interfere.»
«Gli inni (‘sukta’) di Parashara sono stati interpretati da vijnanam, ma non in modo totalmente perfetto a causa dell’interferenza dell’associazione moderna del significato delle parole che ancora persiste».

Gli inni del rishi vedico Parashara sono contenuti nel primo e nel nono ‘mandala’ del Rgveda (I.65-75 e IX.97). Sri Aurobindo si riferisce qui agli undici inni del primo mandala.

13.12.1912 - «Today’s experience has thrown a clear light on many expressions in the Veda especially in relation to Indra and the Rudras.»
«L’esperienza di oggi ha proiettato una chiara luce su molte espressioni nel Veda, soprattutto in relazione a Indra e i Rudra».

Indra è una delle principali divinità vediche, al quale sono rivolti molti inni del Rgveda. Nell’interpretazione simbolica offerta da Sri Aurobindo rappresenta la Mente divina che distrugge i poteri dell’oscurità. I Rudra rappresentano invece determinati poteri che operano associati a Indra o a Agni (il dio del fuoco mistico) per la riuscita dell’opus vedico.

20.12.1912 - «The Bhasya in Veda increases in force & the Vedantic interpretation is now almost entirely confirmed.»
«Bhasya nel Veda accresce in forza, e l’interpretazione vedantica è ora pienamente confermata».

Bhasya è un termine sanscrito che identifica per l’appunto l’opera di esegesi compiuta su di un testo.

17.3.1914 - «Veda is now taking a clear form & the objections to it breaking down; the definite interpretation has begun.»
«Il Veda sta prendendo adesso una chiara forma e le obiezioni stanno crollando; l’interpretazione definitiva è incominciata».

A questo punto, Sri Aurobindo può iniziare a mettere su carta i risultati del proprio lavoro di esegesi rigvedica.

29.3.1914 - «Today with the Veda, the literary work of the Dharma has definitely begun»
«Oggi, con il Veda, il lavoro letterario del Dharma è iniziato in modo definitivo».

11.5.1914 - «The chief work done was in the karma, ie translation of Veda VIII»
«Il lavoro principale è avvenuto nel karma, per esempio la traduzione del [Rg]Veda VIII». Sempre, quando Sri Aurobindo nei suoi taccuini parla del Veda, rsi riferisce al Rgveda.

13.5.1914 - «Veda IX.1 - 5,11 to 53, were read and annotated in less than 3 hours (the first five taking one hour) without any more than a slight eventual fatigue of the bodily parts, but no failure of the rapid and luminous faculty in the brain. The continuance of this force & pravritti has now to be assured.»
«Veda IX.1 - 5 - 11 a 53, letti e annotati in meno di tre ore (i primi cinque nella prima ora) soltanto con una leggera relativa fatica delle parti fisiche, ma nessun cedimento della rapida e luminosa facoltà del cervello. La continuità di questa forza e pravritti adesso devono essere rese stabili».

15.5.1914 - «Veda 54 to 60 completed on the 14th. Today 61-75. (long hymns).
«Veda [IX] da 54 a 60 completati il 14. Oggi dal 61 al 75 (lunghi inni)».

17.5.1914 - «Veda IX. 86. 96. 97. 107-110. The ninth book completed in 4 days.
«Veda IX.86, 96, 97, 107-110. Il nono libro completato in quattro giorni».

18.5.1914 - «Seventh book of the Veda commenced. 41-45 translated with notes. X. 1-4. read. Introduction to Veda commenced yesterday continued.»
«Iniziato il settimo libro del Veda. 41-45 tradotti con note. X.1-4 letti. Introduzione al Veda, cominciata ieri e continuata oggi».

19.5.1914 - «Veda X. 5 to 15 read. Veda VII. 46-49 translated.»
«Veda X.5-15 letti. Veda VII.46-49 tradotti».

22.5.1914 - «Veda VIII.101. translated with notes.»
«Veda VIII.101 tradotto con note».

23.5.1914 - «Veda I.90 - translated with notes; settling several doubtful points, owing to the brilliance of the illuminations acting on the external proof. Also Ved I. 91. others prepared.»
«Veda I.90 tradotto con note; chiariti diversi punti incerti, per via della lucentezza delle illuminazioni operanti su prove esterne. Anche Veda I.91 e altri preparati».

24.5.1914 - «Veda I.92. Fresh proofs of efficiency in Dharma.»
«Veda I.92. Prove recenti di efficacia nel Dharma».Sri Aurobindo si riferisce qui al sahitya dharma, uno dei quattro punti principali del suo Lavoro: il primo è daiva (spirituale), il secondo sahitya (letterario), il terzo krti (politico) e il quarto samaja (sociale). In che modo questa parte del suo lavoro letterario si stia sviluppando viene chiarito meglio da Sri Aurobindo il giorno dopo:

25.5.1914 - «The Idea of the Veda begun as an introduction to translations. The energy is becoming more rapid & intense in intellectual action that takes an outward form eg writing & speech, where prakasha, tapas & shama are uniting into a single entity»
«L’Idea del Veda iniziata nella forma di una introduzione alle traduzioni. L’energia sta diventando più rapida e intensa nell’azione intellettuale che prende una forma esterna (per es. scrittura e discorsi), dove prakasha, tapas e shama sono unite in un’unica entità».Prakasha, tapas e shama rappresentano i tre guna perfettamente trasformati nei loro corrispondenti divini: prakasha è la suprema illuminazione; tapas la perfetta energia spirituale, shama la pace imperturbabile dello spirito interiore.

26.5.1914 - «Veda I. 170 translated with commentary for the review. Veda III. 37. 40 - rendered with notes.»
«Veda I.170 tradotto con commento per la rivista. Veda III.37.40 - reso con note».

27.5.1914 - «Veda III. 41-50. Translation & Commentary on I. 1 commenced.»
«Veda III.41-50. Traduzione e commento su I.1 iniziate».

28.5.1914 - «Veda I. 1. Commentary begun. III. 51.»
«Veda I.1. Iniziato il commento. III.51».

10.6.1914 - «Rigveda II. 10».

12.6.1914 - «Veda — The perception of the Gods, (Vayu, Agni, Indra, etc) which was formerly occasional, is now regularising itself, all the gods being seen as Krishna, & again as personalities of the Four who throw themselves out in all. […]Rig Veda II. 5 to 8».
«Veda: la percezione degli Dei (Vayu, Agni, Indra, ecc.), che prima era occasionale, sta ora regolarizzandosi, tutti gli dèi essendo visti come Krishna e, al tempo stesso, come personalità dei Quattro che si manifestano in ogni cosa. […] Rg Veda II.5-8». I “Quattro” sono gli aspetti principali della Coscienza-Forza divina all’opera nel mondo manifesto: Saggezza, Potere, Armonia, Perfezione.

16.6.1914 - «Veda VII 61-66. Notes».
«Veda VII.61-66. Annotazioni».

17.6.1914 - «The first chapter of the Secret of the Veda completed. The power of swift writing & the joy & force of inspiration have been entirely recovered; but cannot be used with sufficient continuity as yet, because of the obstructive tamas in the physical consciousness. The shadow of Vritra still remains on the Adri».
«Completato il primo capitolo del Segreto dei Veda. Il potere di scrittura spedita e la gioia e la forza dell’ispirazione sono stati interamente ricuperati; ma non può essere usato con sufficiente continuità al presente, a causa del tamas ostruttivo nella coscienza fisica. L’ombra di Vrtra resta ancora sull’Adri».Vrtra, il temibile oscuratore rigvedico, copre ancora con la sua ombra Adri, la montagna del subcosciente fisico.

18.6.1914 - «Study of Veda»
«Studio del Veda».

19.6.1914 - «Study of Veda is beginning to take its proper form.»
«Lo studio del Veda sta incominciando adesso a prendere la sua forma adeguata».

22.5.1914 - «Secret of Veda (improved & copied).»
«Segreto Veda (migliorato e trascritto)».

23.6.1914 - «Reference to Veda for indicative Vak.
amamdan stoman pra bhare manisha siddhavadhi kshiyato bhavyasya
yo me sahasranamimita savanaturto raja shrava icchamanah ||
Intimation that this Sutra which had long baffled the mind, would this time yield up its whole secret. Immediately fulfilled, with a constant play of the illumined ideality in its fourfold powers.»
«Sostegno del Veda per Vak indicativa.

amamdan stoman pra bhare manisha siddhavadhi kshiyato bhavyasya
yo me sahasranamimita savanaturto raja shrava icchamanah ||

Intuizione che questo sutra, di fronte al quale la mente si è trovata a lungo confusa, avrebbe stavolta rivelato il suo intero segreto: immediatamente avverata, con un gioco costane della idealità illuminata nel suo quadruplice potere». Il verso rigvedico sopra riportato è stato qui traslitterato dall’originale in caratteri devanagari con cui Sri Aurobindo lo ha riportato (come sua abitudine).

23.6.1914 - «Recopying & correction of Secret of Veda Chapter I completed.»
«Completata la trascrizione e correzione del Segreto dei Veda capitolo 1».

26.6.1914 - «Translation of IV. 13 R.V. also 15 & 25.»
«Traduzione di RgVeda IV.13 e anche 15 e 25».

30.6.1914 - «Veda IV. 1 completed & IV. 2. partly translated.»
«Veda IV.1 completato e IV.2 parzialmente tradotto».

14.7.1914 - «Veda — I. 4 two translations & Commentary. Notes for Review. Veda VIII. Some hymns studied.»
«Veda — I.4 traduzione e commento. Annotazioni per la rivista. Veda VIII: studio di alcuni inni».

15.7.1914 - «Secret of the Veda. Veda VIII. Translation of Veda copied. Half translation of X.129.»
«Segreto dei Veda. Veda VIII: ricopiata la traduzione del Veda. Parzialmente ricopiata la traduzione di X.129».

27.7.1914 - «Veda. Nirukta & Hymns to the Ribhus, the latter commenced today, the former yesterday.»
«Veda. Nirukta e inni ai Rbhu, questi ultimi iniziati oggi, il primo cominciato ieri».

29.7.1914 - «Secret of Veda commenced (final copy)»
«Segreto dei Veda: iniziata la versione definitiva».

Da questo punto in avanti, Sri Aurobindo si limita ad annotare nel suo diario personale gli inni rigvedici sottoposti a uno studio approfondito.

Per 6 anni, fino al 1920, Sri Aurobindo scrive una serie di articoli al fine di illustrare il vero senso dei Veda, nell’opera più volte citata nel presente articolo: Il segreto dei Veda, pubblicata in due volumi dalla nostra casa editrice.

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