UNA EDITORIA CONSAPEVOLE

CONTRO L’EDITORIA CONSUMISTICA

a cura della redazione
aria nuova edizioni


Il numero di Altraeconomia di novembre 2005 conteneva un articolo sull’editoria (firmato da Davide Musso), intitolato “La monocultura è un libro di massa”.
Il taglio laterale andava subito al cuore della questione: «Milioni di copie, incassi da capogiro, scrittori superstar. Benvenuti nel mondo del mass publishing, dove il libro non è più un prodotto culturale, ma un prodotto e basta; da vendere il più possibile inseguendo le mode del momento e il blockbuster di turno. Un regno popolato da maghetti, misteri teologici e, soprattutto, da grandi gruppi editoriali che occupano le librerie a scapito delle realtà più piccole, della varietà e, a volte, persino della qualità».
Carla Benedetti, docente universitaria, definisce questo meccanismo un vero e proprio “genocidio culturale”: «Una mutazione genetica ha trasformato il mercato del libro in una ‘monocultura del best-seller’, spazzando via la ‘vecchia’ editoria di progetto».
È ovvio che, come osserva il critico letterario Alessandro Zaccuri, «chiunque faccia un prodotto lo fa per venderlo. Il problema è che esistono soggetti che non fanno più editoria ma ‘publishing’, che creano cioè un prodotto-libro puntando solo sulla sua vendibilità».
Anche Janine e Greg Brémond nel loro Editoria condizionata, sostengono che la concentrazione e la globalizzazione dell’editoria trasformano il libro in merce comune, costruita in base a una logica di marketing.

E noi?

La nostra casa editrice, aria nuova edizioni, nasce dalla necessità di pubblicare libri puntando esclusivamente sulla qualità.
Lungi dallo sbandierare slogan del tipo “piccolo è bello”, la nostra è stata una necessità, una scelta obbligata: dopo avere proposto alle grandi e medie case editrici (e qualche volta anche alle piccole) traduzioni di testi di saggistica e poesia che secondo noi non possono assolutamente mancare nel panorama editoriale italiano, abbiamo capito che l’unica possibilità concreta era di pubblicarli per nostro conto.
Le difficoltà sono molte — due le principali: trovare i fondi per pubblicare (esclusivamente mediante l’auto-finanziamento, finora) e costruire una rete di distribuzione regionale (i distributori nazionali ci hanno snobbato, a causa dello scarsissimo profitto che potevamo offrirgli) che fornisca almeno le principali librerie delle maggiori città italiane.
In Italia la maggior parte dei libri (il 78%) viene venduto in libreria, poco più del 15% attraverso la grande distribuzione, il 2,4% su Internet, meno del 2% in edicola, l’1,3% sulle bancarelle. Un mercato tre volte inferiore a quello della Francia.
In questo panorama non roseo, non avendo i mezzi economici per dare una visibilità alle nostre pubblicazioni, è ovvia la nostra difficoltà di raggiungere i potenziali interessati e di sopravvivere.
Il nostro obiettivo, comunque, è molto chiaro, e abbiamo intenzione di andare avanti finché le condizioni lo permetteranno, in una sorta di resistenza che per noi è essenzialmente un atto d’amore.
Ai nostri affezionati lettori chiediamo, pertanto, di aiutarci a far conoscere le nostre pubblicazioni mediante il passa-parola, ringraziandoli di tutto cuore!

Dicembre 2005