Il Segreto dei Veda
aria nuova edizioni


Un confronto fra
la coscienza-di-verità rigvedica

e la formulazione della Sopramente
nella visione di Sri Aurobindo

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«Una volta interamente riscoperto, si troverà
che il segreto nascosto nei Veda
formula perfettamente quella conoscenza e pratica
della vita divina verso cui la marcia dell’umanità,
dopo lunghe peregrinazioni nella soddisfazione
dell’intelletto e dei sensi, deve inevitabilmente ritornare
— ed è proprio nell’epoca attuale,
negli slanci delle sue avanguardie,
che si può ravvisare la tendenza crescente,
per ora vaga e cieca, di ritornarvi».

SRI AUROBINDO

Nel capitolo della sua magistrale opera filosofica The Life Divine (“La Vita Divina”), dedicato alla Sopramente creatrice (I.XIV), Sri Aurobindo, nel cercare di descrivere la coscienza sopramentale, invita a «fermarci un momento per chiederci se non riusciamo a scorgere una luce nel passato che possa guidarci verso queste regioni così la esplorate».
E, subito dopo, afferma: «ci vengono in aiuto i versi ermetici del Rg-Veda, i quali contengono, sia pure in modo celato, il vangelo della Sopramente divina e immortale e attraverso il velo giunge a noi qualche lampo di luce. Attraverso l’espressione del Rg-Veda possiamo scorgere la Sopramente concepita come una immensità oltre i firmamenti comuni della nostra coscienza e dove la verità dell’essere è luminosamente una con tutto ciò che esprime, e conferisce inevitabilmente la verità della visione, della formulazione, dell’organizzazione, della parole, dell’azione e del movimento, e quindi anche la verità del risultato del movimento, del risultato dell’azione e dell’espressione, dell’ordine e della legge infallibili. Una vastità che tutto comprende; e in quella vastità una verità e armonia luminose dell’essere e non un caos indeterminato o una oscurità smarrita; una verità di legge, di azione, di conoscenza, a esprimere questa armoniosa verità d’esistenza: questo sembrano essere i termini essenziali della descrizione vedica. Gli dèi, nella loro più alta entità segreta sono poteri di questa Sopramente, nati da essa, in essa installati come nella loro dimora peculiare, sono nella loro coscienza “coscienti della verità” e nella loro azione possiedono la “volontà profetica”. La loro forza cosciente, volta alle opere e alla creazione, è posseduta e guidata da una perfetta e diretta conoscenza della cosa che deve essere fatta, della sua essenza e della sua legge — una conoscenza che determina un potere di volontà interamente efficace che non devìa né ha incertezze nei suoi procedimenti e nei suoi risultati, ma esprime ed esegue l’azione, in maniera spontanea e inevitabile, quello che è stato visto nella visione. La Luce è qui una con la Forza, le vibrazioni di conoscenza fanno un tutt’uno con il ritmo della volontà, e Luce e vibrazioni sono una cosa sola, perfettamente e senza tentativi, brancolamenti o sforzi, con la certezza del risultato. La Natura divina ha un doppio potere: una spontanea formulazione e organizzazione do sé che scaturiscono naturalmente dall’essenza della cosa manifestata, esprimendo la verità originaria e una forza autonoma di luce, inerente la cosa stessa, e fonte della sua spontanea e inevitabile organizzazione di sé.
Ci sono poi alcuni particolari secondari, ma importanti. Pare che i rshi vedici parlino di due facoltà primarie dell’anima “coscienza-della-verità”; queste sono la Vista e l’Udito, mediante cui sono indicate le operazioni dirette di una Conoscenza inerente che si può descrivere come una visione e una audizione della verità che da molto lontano vengono a riflettersi nella nostra mente umana mediante le facoltà della rivelazione e dell’ispirazione. Inoltre, sembra che nelle operazioni della Sopramente sia fatta una distinzione fra la conoscenza ottenuta da una coscienza comprensiva e penetrante, molto prossima alla conoscenza soggettiva per identità, e la conoscenza ottenuta da una coscienza che si proietta, affronta, apprende, che è l’inizio della cognizione oggettiva. Queste sono le indicazioni vediche. E di questa antica esperienza possiamo accettare il termine supplementare di “coscienza di verità” (rta-cit) per delimitare la connotazione della più elastica espressione di Sopramente».

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