ERA MEDIOEVALE

Nel 488 cominciò in Italia il regno di Teodorico, che tentò di fondere lo spirito barbarico con le istituzioni romane.
L’Impero d’Oriente ritrovò nuovo vigore con l’avvento di Giustiniano, il quale riuscì a ricostituire parzialmente l’unità, strappando ai barbari alcuni territori occidentali, fra i quali l’Italia, e raccolse tutte le leggi romane. Ma alla sua morte il distacco fra Oriente e Occidente si accentuò.
Nel 568 l’Italia fu invasa da una popolazione barbarica, i longobardi, che si impossessò del nord della penisola, della Toscana e dei territori di Spoleto e Benevento. In Oriente salsanidi, bulgari e slavi si ribellarono all’impero bizantino e lo invasero da più parti. Ma l’imperatore Eraclio riuscì dapprima a respingere questi popoli, quindi a integrarli nell’impero. Nel 750 gli arabi conquistarono la Sicilia, la Sardegna e la Corsica.
Tra il V e il VI secolo le tribù germaniche dei franchi, stanziate in Gallia, formarono un regno forte e unito sotto il re Clodoveo (dinastia dei Merovingi) e abbracciarono il cattolicesimo. Sotto i deboli discendenti di Clodoveo il potere cadde in mano agli amministratori dei beni reali, finché uno di costoro, Pipino il Breve, s’impossessò del regno dei franchi, rovesciando nel 751 l’ultimo re merovingio.
In Italia, nel frattempo, i longobardi premevano per la conquista dell’intera penisola, in parte ancora in mano ai bizantini: contro di loro il papato chiese l’aiuto dei franchi e Pipino li sconfisse in due vittoriose spedizioni.
Nel 768 salì sul trono franco Carlo Magno. Chiamato in Italia in soccorso del papa, sconfisse i longobardi e fece prigioniero il loro re Desiderio; frenò l’espansione araba in Spagna; sottomise i sassoni e li costrinse con la violenza a convertirsi al cattolicesimo; sconfisse gli avari e i bavari, che occupavano la Baviera. Riunì poi questi territori nel Sacro Romano Impero e fu incoronato imperatore dal papa nell’800.
Dopo la morte di Carlo Magno (814) l’impero passò al figlio Ludovico il Pio. Quindi il complesso dei territori imperiali si disgregò.
Dall’inizio del IX secolo, con il dissolversi dell’impero carolingio, si formò una nuova organizzazione politica e sociale, il feudalesimo. Per assicurarsi l’aiuto dei signori, il re li nominava suoi vassalli concedendo loro come feudi parte dei territori dello Stato. I vassalli a loro volta concedevano feudi ai valvassori e questi ai valvassini. Al di sotto di tutti stavano i pochi artigiani e la massa dei contadini, quasi schiavi. Per difendere se stessi e i propri beni, i signori cominciarono a fortificare le loro dimore, trasformandole in castelli, dove, nei momenti di tranquillità, i signori conducevano una vita fastosa.
Gli ideali più nobili del Medioevo trovavano frattanto nella cavalleria la loro più compiuta espressione.
Intanto, un popolo di abili navigatori proveniente dal nord, i vichinghi, invase diverse regioni costiere dell’Europa settentrionale, in particolare l’Inghilterra, l’Islanda e la Russia, dove costituì un grande Stato centrale.
Gruppi di vichinghi, poi chiamati normanni, invasero la Francia e ottennero la regione da essi chiamata Normandia.
Per superare tale situazione, in Francia si impose come re nel 987 Ugo Capeto, capostipite della dinastia dei Capetingi.
Mentre in Francia e in Germania si consolidava il potere regio, nel regno d’Italia continuavano aspre lotte tra i feudatari per il possesso della corona. Tali contese permisero all’energico re germanico Ottono I di Sassonia di fondare il Sacro Romano Impero Germanico. Ma né Ottone né i suoi successori Ottone II e Ottone III poterono eliminare i contrasti che avevano già portato alla dissoluzione dell’impero carolingio. Per controllare meglio i feudi, gli imperatori di Sassonia li assegnarono a ecclesiasti (i vescovi-conti) che non potevano avere eredi. Tale politica provocò il conflitto tra Impero e Papato, che pretendevano entrambi il diritto di nominare i vescovi-conti. Tale cosiddetta “lotta per le investiture” giunse al culmine con Enrico IV della dinastia di Franconia, e con il suo oppositore Gregorio VII. Privato dell’appoggio dei feudatari, Enrico dovette umiliarsi di fronte al papa, ma poi riprese la lotta e costrinse Gregorio a abbandonare Roma. A questa prima fase della lotta tra Impero e Papato poneva fine nel 1.122 il concordato di Worms, che stabiliva la separazione dei poteri assegnando quello religioso ai papi e quello politico agli imperatori.
Dopo il 1.000, l’imporsi di forti monarchie nazionali nei vari paesi europei aprì un periodo di relativo benessere. Le città tornavano a essere i centri della vita. Nacquero le banche e andò formandosi una nuova classe cittadina, la borghesia.
Il sentimento religioso fu l’elemento dominante della vita medioevale, in lotta contro la crescente corruzione del clero. Anche la vita culturale riprese: sorsero numerose università in tutte le parti d’Europa. Le arti, in particolare quelle figurative (stile romanico e stile gotico), risorsero. E con la dissoluzione del latino nascevano le nuove lingue europee, ognuna delle quali diede vita a una diversa letteratura.
In Italia, le prime forme di autonomia cittadina, le repubbliche marinare, vennero realizzate da alcune città della costa: Amalfi, Pisa, Genova e Venezia, per citare solo le maggiori. Arricchite dai commerci marittimi, queste repubbliche — tranne Venezia che avrà lunghissima vita, vennero in contrasto fra di loro e si eliminarono a vicenda.
Intanto la tendenza all’associazione portava nelle città alla creazione del Comune, dapprima controllato dalle famiglie più nobili, poi anche in mano di una nuova classe di ricchi mercanti e imprenditori (la borghesia, per l’appunto).
Nel XII secolo dai territori dell’Europa cristiana (che aveva subito fino a pochi decenni prima continue invasioni), si irradiò un ampio movimento di conquista. Le popolazioni tedesche si spinsero verso oriente; i normanni dalla Francia passarono alla conquista dell’Inghilterra e fondarono un nuovo regno nell’Italia meridionale e in Sicilia. La Spagna intanto iniziava una guerra di liberazione del suo territorio dagli arabi.
La conquista della Palestina da parte di un nuovo popolo, i turchi, che si erano sostituiti agli arabi nel governo dell’impero islamico, provocò una serie di spedizioni militari, chiamate crociate, che dai paesi europei si spinsero verso i luoghi sacri alla cristianità per “liberarli”. La prima crociata portò alla conquista di Gerusalemme (che fu poi nuovamente perduta); la terza mise il sovrano arabo Saladino di fronte a tre grandi re: Riccardo Cuor di Leone, Federico Barbarossa e Filippo II Augusto. Le crociate non produssero risultati duraturi, ma ebbero un’importanza storica, letteraria, economica.
Dopo Federico Barbarossa seguì il brevissimo regno di Enrico VI, il quale, grazie al suo matrimonio con Costanza d’Altavilla, erede dei possedimenti normanni dell’Italia meridionale, riunì sotto di sé le tre corone di Germania, Italia e Sicilia.
Alla sua morte salì al trono Federico II, ancora bambino, cui fece da tutore il papa Innocenzo III. Federico II fu un re sostanzialmente italiano; risiedette in Sicilia, dove alla sua corte nacque la prima poesia italiana, quella appunto dei poeti siciliani, e riorganizzò lo Stato. Egli entrò presto in urto con il papato, giacché la Chiesa era assai gelosa dell’accresciuta potenza della casa sveva. Il papa si alleò con i Comuni e scese al conflitto: la guerra durò fino al 1.250 quando Federico II morì. I suoi successori non riuscirono a mantenere il potere e furono sconfitti in battaglia da Carlo d’Angiò, fratello del re di Francia Luigi IX, che il papa chiamò in aiuto. Ma Carlo d’Angiò irritò per il suo malgoverno il popolo siciliano che si ribellò nei Vespri Siciliani. A Pietro d’Aragona, intervenuto a favore dei siciliani, dopo una guerra durata vent’anni, rimase il possesso della Sicilia.
Il conflitto fra Chiesa e Impero non si era ancora concluso quando il consolidarsi delle monarchie nazionali e delle autonomie locali misero in crisi queste istituzioni. All’estinzione della dinastia sveva i feudatari tedeschi elessero Rodolfo d’Asburgo (iniziatore di una delle più potenti dinastie della storia europea), che orientò la sua politica esclusivamente verso i problemi tedeschi. Questo disinteresse per i fatti italiani permise al Papato di riprendere la sua politica di supremazia, e con Bonifacio VIII la Chiesa tornò, per breve momento, a esercitare pienamente il suo oppressivo potere.
I contrasti fra Bonifacio VIII e Filippo il Bello, re di Francia, precipitò il Papato nella cosiddetta cattività avignonese, iniziata nel 1.309 con Clemente V. Questo papa, la cui elezione era stata favorita da Filippo, portò la sede pontificia a Avignone, in Provenza. Il ritorno del papa a Roma avvenne solo nel 1.377. Ma la lotta fra Papato e Francia non era ancora conclusa: per 40 anni infatti si ebbero un papa residente a Roma e un antipapa, eletto dai cardinali francesi, a Avignone. L’elezione di papa Martino V, da tutti riconosciuta, ricostituì nel 1.417 l’unità della Chiesa, ma la sua forza politica era ormai finalmente dimezzata.
I continui contrasti e le lotte tra le fazioni rivali dei Comuni, portarono alla formazione delle Signorie, ossia di un governo accentrato nelle mani di uno solo, la cui autorità garantiva la pace dello Stato. I signori ottenevano dal papa o dall’imperatore il riconoscimento del loro potere, diventando vicari apostolici o vicari imperiali. Arrivarono poi a trasformare lo Stato in ereditario, assumendo titoli di tradizione feudale. Tra le principali Signorie furono i Visconti e gli Sforza (a Milano), gli Scaligeri (a Verona), i Savoia (in Piemonte), i Medici (a Firenze). Questi ultimi, grazie all’abilità politica di Lorenzo il Magnifico, furono per lungo tempo gli equilibratori di tutta quanta la politica italiana.
Venezia, intanto, controllava il commercio del Mediterraneo, mentre il regno di Napoli viveva un periodo di grande civiltà artistica sotto Roberto d’Angiò. Alla sua morte l’Italia meridionale passò agli Aragonesi.
Ai contrasti territoriali fra diversi Stati (in particolare Milano e Venezia) pose fine, nel 1.454, la pace di Lodi. L’Italia conobbe, così, nella seconda metà del Quattrocento un lungo periodo di pace.
Dal XII secolo il rafforzamento dell’autorità regia portò in vari paesi alla formazione di Stati unitari nazionali.
In Francia i re Capetingi consolidarono faticosamente il loro potere e sostennero contro l’Impero e il Papato la propria autonomia.
In Inghilterra il potere monarchico fu sin dall’inizio molto forte. Ma dopo il governo di Enrico II Plantageneto, che sottomise i feudatari e avviò la riforma dell’amministrazione e del sistema giudiziario, nobili e clero imposero a Giovanni Senza Terra la Magna Charta, il primo documento europeo che limita il potere regale. Poi, con Enrico III, nacque il primo Parlamento.
Il possesso di feudi francesi da parte del re d’Inghilterra portò le due nazioni allo scontro nella guerra dei cento Anni. Dopo un inizio sfavorevole, i francesi riuscirono a scacciare gli inglesi, grazie anche a Giovanna d’Arco che seppe portarli alla riscossa. L’Inghilterra fu poi sconvolta da una guerra civile, detta delle Due Rose, che portò sul trono la dinastia dei Tudor.
Nell’Europa settentrionale, intanto, le città commerciali, coalizzate nello Hansa, raggiungevano una eccezionale prosperità.
Tra il XIV e il XV secolo si accentuava in tutta Europa il processo di formazione degli Stati moderni. Nel 1.291, con l’unione di tre Cantoni ribellatisi agli Asburgo, nasceva la Confederazione svizzera. La Spagna si avviava alla riunificazione (nel 1.469) con il matrimonio fra Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona. Fin dall’inizio il potere regio in Spagna fu fortemente accentratore e legato alla Chiesa sino al fanatismo religioso (sono i secolo più terribili dell’Inquisizione).
Nel vicino Oriente si affermava, dopo la conquista di Costantinopoli (1453), la potenza dell’Impero ottomano che giunse a minacciare nella sua espansione l’intera Europa.
Dalla seconda metà del XV secolo anche la Russia si avviava a diventare, per opera degli energici principi di Mosca, un grande Stato unitario.
Nel Medioevo, i pregiati prodotti dell’Africa e dell’Asia giungevano sui mercati europei attraverso i mercanti arabi e italiani, il che rendeva costosissime le merci: per questo, a partire dal XIII secolo, si tentò di raggiungere l’Oceano Indiano circumnavigando l’Africa. Fu così che Vasco de Gama doppiò il Capo di Buona Speranza, aprendo la via alle Indie. Cristoforo Colombo, cercando di raggiungere l’Oceano Indiano da occidente, scoprì l’America (1.492). Il continente fu poi esplorato, tra gli altri, da Amerigo Vespucci (da cui prese il nome). Magellano cercò di circumnavigare il mondo, ma morì alle isole Filippine e solo una nave (con a bordo Antonio Pigafetta) riuscì nell’impresa.