DUERGAR

di Tommaso Iorco
(autore tutelato SIAE)


Non odiate il vostro nemico;
se è forte, il vostro odio aumenterà la sua forza,
se è debole, il vostro odio sarà stato inutile.
SRI AUROBINDO

Le varie tradizioni popolari europee dipingono i Nani come esseri che popolano il sottosuolo; non vedendo mai il cielo, essi sono poco inclini alla speculazione e al pensiero riflessivo, ma possiedono per contro un ottimo spirito pratico, onesto e laborioso.
A eccezione però di alcuni esemplari, che sono inverosimilmente disonesti e malvagi, conosciuti con il nome di Duergar.

Duergar è un Nano menzognero, cinico, accentratore, dispotico, arrogante, egolatra. Inesauribilmente vanitoso, si crede bello, simpatico, affascinante, irresistibile — perfino quando diventa un vecchio flaccido, incartapecorito e ributtante.
Ma Duergar si sottopone a ogni sorta di trattamento estetico per nascondere la propria senilità, tragicamente immatura. Affetto da una forma di alopecia irreversibile, Duergar detesta in modo particolare la calvizie e così si strappa tutti i peli del deretano per appiccicarseli sulla testa e simulare una folta chioma.

Duergar si circonda di uno stuolo di cortigiani, conosciuti come arselicker, i quali a loro volta tengono a precisare che sono pienamente indipendenti e che parlano “senza peli sulla lingua” – la qual cosa è possibile proprio in virtù del fatto che il loro padrone non ha peli dove loro abitualmente e assiduamente lo leccano, essendoseli egli strappati allo scopo sopra descritto.

Duergar non è mai sazio. Vorrebbe fagocitare tutto e mettere le sue grinfie laceranti su ogni cosa. Per lui il fine giustifica sempre i mezzi. Corrompe e briganteggia per crearsi il più rapidamente possibile una posizione di prestigio, e così diventa in men che non si dica il proprietario di colossi multinazionali e, a mano a mano che il suo potere si estende, è costretto a scendere nell’agone politico per non finire in galera.

Duergar è un nano borioso; anche quando porta tacchi alti, è incapace di alzare lo sguardo verso il cielo ma, avendo creato dei colossi, si costruisce qualche buona ragione per convincersi di essere più grande delle proprie creature.

Duergar si distingue in particolare per il suo abnorme potere di corruzione. I suoi più fidi arselicker se li sceglie accuratamente fra gli ambiziosi più gretti, più servili, più famelici e più mediocri che esistano in circolazione, perché gli rimarranno fedeli a vita (o, per lo meno, fino a quando non verrà sostituito da un Duergar ancora più invadente). Egli corrompe e compra, compra e corrompe. Si confeziona (o si fa confezionare) leggi su misura per occultare tutte le infamie che compie a ogni suo respiro. Sì, perché Duergar è incapace di respirare senza compiere qualche nefandezza. Insuffla aria pura e esala miasmi pestilenziali — il suo organismo funziona soltanto così. Sporcare tutto quello che tocca è connaturato alla indole delle sue mani, impossibili da mondare. La definizione “mani pulite” non gli appartiene e fa di tutto per cancellarla dai dizionari e dalle aule giudiziarie.
La lordura gli scaturisce da dentro, si produce inevitabilmente nei suoi visceri, viene spinta verso l’epidermide e deve essere vomitata in continuazione dai pori della propria pelle come chi, affetto da sudore compulsivo, si trovasse costretto a vivere in un ambiente afoso.

Nonostante ciò, Duergar ci tiene a figurare sempre elegante, lindo, munifico, interessante e irresistibilmente seducente. Il suo finto sorriso smagliante abbacina i cadaveri in putrefazione, che vorrebbero imitarlo.

Duergar possiede un’ottima favella, ma la somma matematica della sua irrefrenabile dialettica equivale sempre a zero. E tuttavia quello zero gli è più che sufficiente per accalappiare gli ingenui e illudere gli stolti, il cui numero — purtroppo — è legione.

Duergar infetta il mondo intero e lo inocula giorno dopo giorno con il proprio morbo letale. E così, a poco a poco, rende le cose più assurde consuetudine, e le legioni di cui sopra ne vengono assuefatte. Contemporaneamente, una delle sue molte aziende (opportunamente intestata a un arselicker-prestanome) crea vaccini a profusione e chi crede di disintossicarsi non sa di contribuire egli stesso al suo ulteriore arricchimento. L’assurdità diventa talmente enorme che qualunque cosa si faccia, pro o contro di lui, torna sempre a vantaggio di Duergar. La situazione diviene infine senza speranza, l’aria si fa completamente asfittica, l’atmosfera è interamente appestata.

Eppure fra i Nani — quelli buoni e laboriosi — si tramanda un’antica profezia: si dice che quando il regno dei Duergar arriverà all’apice della sfrontatezza e della sua assurdità, al grado massimo della soffocazione spacciata come libertà, si aprirà dal basso una voragine che lo inghiottirà e che farà aprire gli occhi a quanti ingenuamente si erano fidati di lui e delle sue promesse bugiarde (peraltro, proprio dalla bassa statura dei Duergar è nato il celebre detto “le bugie hanno le gambe corte”).

Ma dopo un simile evento restano, per nostra sventura, miriadi di arselicker disoccupati che, non trovando più una causa sufficientemente marcia cui arruolarsi, getteranno un po’ di polvere sugli occhi delle persone, finché potranno, per camuffarsi e continuare a proliferare ancora per un poco.
Finché non scopriremo che si tratta di minuscoli acari e l’aspirapolvere cosmico potrà preparare il mondo a qualcosa di veramente libero e gioioso, possibile anche grazie a tanto orrore sbattuto in faccia con tale virulenza a tutti, e perfino quanti hanno sempre preferito pascersi di illusioni e distogliere il loro sguardo dalla cruda realtà dei fatti mostreranno imbarazzo e vergogna.

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