INDIA

Data la centralità della grande e antichissima civiltà dell’India nella storia passata dell’umanità, questo sito offre diversi spunti di riflessione. Consigliamo anzitutto il seguente link:

IL CONTRIBUTO DELL’INDIA NELLA CULTURA MONDIALE

Di qualche utilità possono dimostrarsi anche i seguenti articoli:

LA CULLA DELLA CIVILTÀ

e

LE RADICI DELL’ATTUALE CIVILTÀ MONDIALE

Recenti scavi archeologici hanno imposto una profonda revisione circa la datazione della civiltà arya. È stata ampiamente dimostrata — per usare le parole dell’archeologo Jean François Jarrige — «una autentica economia agricola saldamente stabilita risalente almeno al 6.000 a.C.» (De l’Euphrate à l’Indus).

Difficile offrire date certe. È probabile che la più antica civiltà indiana finora conosciuta, detta civiltà Sarasvati, si sia sviluppata fra il 7.000 e il 3.000 a.C., in quella epoca cioè dove il fiume da cui prende il nome tale civiltà era pienamente attivo e abbondante. Fu proprio l’esaurimento di questo fiume che spinse gli abitanti a insediarsi poco più a est, presso il fiume Indo, dove crebbe la civiltà detta appunto dell’Indo, fiorita fra il 3.100 e il 1.900 a.C., la quale presenta ovvie e forti affinità culturali con la precedente, essendone in un qualche misura una propaggine, esattamente come la civiltà gangetica, sorta nella zona del fiume Gange.

Il più antico documento scritto di questa civiltà è il Rgveda, tramandato oralmente finché gli fu conferita la forma scritta attualmente conosciuta. Si tratta di un’opera di poesia mistica, contenente inni a varie divinità.
Compendio e completamento dei quattro veda, le Upanishad costituiscono anch’esse un insieme di testi di poesia mistica, il cui valore è ormai riconosciuto all’unanimità da tutti gli studiosi, i quali hanno sempre espresso grande ammirazione per l’elevatezza delle intuizioni filosofiche dei primi poeti-veggenti dell’India.
Da queste radici — Veda e Vedanta — sorge l’immenso albero culturale dell’India, sviluppatosi in innumerevoli ramificazioni. Risulta quasi impossibile offrire qui un elenco dei testi più importanti di questa grande civiltà, per cui rimandiamo a testi specifici — uno in particolare, citato al fondo del presente articolo, di cui si offre anche un rimando contenuto in questo stesso sito.

Datazioni più certe sulla storia dell’India si hanno a partire dal 1.500 a.C., quando nell’India del nord si costituì un forte impero, appartenente alla dinastia Magadha, con il sovrano Bimbisara.
Nel 322 a.C. il capo militare dei Magadha, il grande Candragupta, rovesciò la dinastia regnante e diede inizio alla dinastia Maurya. Ottimo sovrano, Candragupta regnò dal 321 al 297 a.C., seguito dal figlio Ashola, il quale regnò dal 270 al 233 a.C. e aderì al buddhismo, aiutandone la diffusione nel mondo.
Seguirono la dinastia Sunga (fino al 73 a.C.) e la dinastia Kanva.
Nel nord-ovest si andavano formando stati indo-persiani o indo-greco-persiani (come quello fondato dal re greco Menandro, noto in India con il nome di Milinda). L’invasione degli sciti (shaka), alleandosi con i parti (pahlava), diede vita allo stato detto Shaka-Pahlava.
Il principato di Magadha risorse come stato dirigente dell’India con un imperatore, Candragupta (da non confondere con il precedente omonimo), che si fece incoronare “sovrano dei re” nel 320 d.C., dando inizio alla dinastia Gupta, considerata un’età particolarmente felice, con una successione di sovrani liberali quali Samudragupta, Kumaragupta, Skandagupta (sotto l’impero di quest’ultimo la dinastia venne travolta dagli unni).
Nel 606 l’India ritrovò la propria unità grazie a un altro regnante d’eccezione, Harshvadhana, promotore di una nuova rinascita culturale. Alla sua morte, l’India si frazionò in numerosi staterelli.
Gli arabi approfittarono di questa frammentazione e invasero il Sind meridionale nel 711, arrivando a costituire principati autonomi, sebbene i veri conquistatori musulmani dell’India furono i turchi, i quali penetrarono in modo assai cruento nel 1.001, fondando alcune dinastie assai potenti, fra le quali ricordiamo la dinastia Moghul, con sovrani come Gengis Khan e Akbhar.
Arrivarono poi i portoghesi (anch’essi con una aggressività da razziatori, attratti dall’immensa ricchezza di questo grande paese) e, in breve, il colonialismo europeo affondò le proprie grinfie sull’India, con gli olandesi (risale al 1.602 la fondazione della “Compagnia delle Indie orientali), i francesi (1.664: “Società delle Indie orientali”) e per finire gli inglesi (1.709: “Compagnia delle Indie orientali”).
Dopo varie traversie, gli inglesi riuscirono a ottenere la supremazia e nel 1.876 la regina Vittoria venne incoronata imperatrice delle Indie. Gli inglesi fecero razzia delle ricchezze e delle risorse naturali dell’India, finché — dopo varie rivolte — si giunse all’indipendenza con la proclamazione della Repubblica democratica dell’India (Unione Indiana) nel 1947.
Oggi, l’India è il secondo paese più grande del mondo (dopo la Cina) quanto a popolazione umana (nel maggio 2000 ha superato il miliardo di abitanti), ed è la più grande confederazione democratica attualmente esistente — assai più vasta di quelle europea e statunitense.

Per un approfondimento del ruolo svolto dall’India nello sviluppo mistico e filosofico dell’umanità, rimandiamo al libro, da noi pubblicato, intitolato

DAI VEDA A KALKI
(l’India nel disegno terrestre)