LA PRIMA COMPARSA DELL’UOMO SULLA TERRA

da l’Agenda di Mère

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volume II
11 marzo 1961

«Dal punto di vista storico — non psicologico: storico — basandomi sui miei ricordi… Anche se non posso provarlo: non si può provare niente, io penso che non esistano prove davvero storiche, cioè giunte fino a noi; oppure, se ne esistono, non le hanno ancora trovate. Però stando ai miei ricordi… di sicuro, in un dato momento della storia della terra, è esistito una specie di ‘paradiso terrestre’, nel senso di una vita perfettamente armoniosa e naturale. Vale a dire che c’è stato un tempo in cui la manifestazione della Mente si trovava in accordo — ANCORA in completo accordo — e in totale armonia col procedere ascendente della Natura, senza ancora nessuna perversione e deformazione. Era il primo stadio del manifestarsi della Mente in forme materiali.

Quanto è durato? Difficile dirlo. Ma per l’uomo si trattava di una vita che era quasi la prosecuzione della vita animale. Il mio ricordo è quello di una vita in cui il corpo si adattava in modo perfetto all’ambiente naturale, il clima ai bisogni del corpo e il corpo alle esigenze del clima. La vita era qualcosa di assolutamente più luminosa e più cosciente; ma non aveva nulla di quelle complicazioni e deformazioni che lo sviluppo della Mente avrebbe aggiunto più tardi.

Di quel periodo mi è rimasto il ricordo. Mi è tornato e l’ho rivissuto quando ho preso coscienza dell’intera vita della terra. Ma non posso dire quanto sia durato, né quale fosse il luogo — questo non lo so. Ricordo solo la condizione, lo stato: che cos’era la Natura materiale, che cos’erano la forma umana e la coscienza umana in quel momento. E quella specie di armonia con tutti gli altri elementi della terra: armonia con la vita animale e un’armonia così grande con la vita vegetale, una specie di conoscenza spontanea di come usare le cose della Natura, della qualità delle piante, dei frutti e di tutto quanto la Natura vegetale può offrire. E nessuna aggressività, nessuna paura, niente contraddizioni né attriti, NESSUNA perversione: la mente era pura, semplice, luminosa, priva di complicazioni.

È stato certamente con il progredire dell’evoluzione, con il cammino dell’evoluzione, quando la Mente ha cominciato a svilupparsi di per sé, in se stessa, che sono cominciate TUTTE le complicazioni e le deformazioni. In effetti quella storia che sembra così puerile, la storia della Genesi, contiene una verità. Nelle antiche tradizioni del tipo della Genesi è come nei Veda: ogni lettera era un simbolo di conoscenza, il riassunto immaginifico di una conoscenza tradizionale; proprio come i Veda sono la sintesi immaginifica della conoscenza di quei tempi. Ma a parte questo, anche il simbolo aveva una sua realtà, nel senso che davvero è esistito un periodo sulla terra (corrispondente al primo manifestarsi in forme umane della Materia mentalizzata) in cui la vita si trovava ancora in perfetta armonia con tutto quello che c’era stato prima. È solo più tardi che…

E l’albero della conoscenza simboleggia un tipo di conoscenza… non più divina, perché ormai derivata dal senso della separazione. È stato questo tipo di conoscenza che ha cominciato a rovinare tutto. Quanto è durato quel periodo? Non saprei dirlo, dato che il mio ricordo è quello di una vita pressoché immortale. Sembra sia stato un incidente dell’evoluzione a rendere necessaria per il progresso la distruzione di certe forme. E quale poteva essere il luogo? Stando a certe impressioni (sono solo impressioni, però) direi dalle parti di… non so esattamente, verso questo lato dello Sri Lanka e dell’India, o da quest’altra parte qui [Mère indica l’Oceano Indiano sia a ovest dello Sri Lanka e dell’India sia a est, fra lo Sri Lanka e Giava]. Ma certo si tratta di un posto che non esiste più, probabilmente è stato inghiottito dal mare. Però la visione di quel luogo e la coscienza di quella vita e delle sue forme, dentro di me è chiarissima, anche se non sono in grado di indicare riferimenti materiali più precisi. Forse è durato secoli, forse è durato… Non lo so. A dire la verità, quando rivivi quei momenti non ti viene la curiosità di individuare particolari del genere, perché ti trovi in un’altra condizione di spirito, non hai curiosità per queste precisazioni materiali: tutto si trasforma in dati psicologici. Era… era qualcosa di così… semplice, pieno di luce, armonioso, estraneo a tutte quelle preoccupazioni che abbiamo oggi — assolutamente fuori da qualunque preoccupazione di tempo e di spazio. Era una vita spontanea, estremamente bella, e così vicina alla Natura! Come un espandersi naturale della vita animale. E non esistevano contrapposizioni, contraddizioni, niente — tutto andava nel migliore dei modi.

[silenzio]

Mi è venuto ripetutamente, tante volte e in circostanze diverse, un ricordo analogo, anche se non sempre con le stesse scene e le stesse immagini, no, dato che non si trattava di qualcosa che vedevo, ma di UNA VITA che vivevo. Per un certo tempo, sia di notte sia di giorno, in una certa trance, ritrovavo una vita che avevo vissuto ed ero pienamente cosciente che si trattava del diffondersi della forma umana sulla terra — delle prime forme umane in grado di incarnare l’essere divino superiore. Era il ricordo della prima volta in cui avevo potuto manifestarmi in una forma terrestre, in una forma particolare, individuale (non in una vita in generale, ma proprio in una forma individuale), cioè la prima volta che era avvenuta una congiunzione fra l’Essere superiore e l’essere inferiore grazie al mentalizzarsi di questa sostanza materiale. È una cosa che ho vissuto tante volte, ma sempre in un quadro d’insieme analogo, e con la sensazione assolutamente analoga di una sem-pli-ci-tà così gioiosa, priva di complicazioni, di problemi, senza tutti questi interrogativi: non c’era niente, ma proprio niente del genere! Solo l’espandersi di una gioia del vivere, nient’altro… In un amore generale, un’armonia generale: i fiori, i minerali, gli animali, tutto si intendeva alla perfezione.

Solo MOLTO TEMPO DOPO (ma è un’impressione personale), è stato solo molto tempo dopo che… le cose si sono guastate. Forse perché l’evoluzione generale ha reso necessarie, inevitabili, certe cristallizzazioni mentali, affinché la mente potesse prepararsi a passare ad altro. È stato a quel punto che… Mah… è come precipitare in un buco, in una laidezza, in una oscurità. Dopo di allora tutto diventa così oscuro, così brutto, così difficile, così penoso. Davvero… dà proprio l’impressione di una caduta.

[silenzio]

Il ricordo di quei tempi è conservato da qualche parte nella memoria terrestre, in una regione in cui sono iscritte tutte le memorie della terra. Chi è in grado di entrare in contatto con questo ricordo può dire che esiste ancora da qualche parte il paradiso terrestre. Ma non esiste materialmente… Non so, io almeno non lo vedo.

[silenzio]

Ovviamente, c’è sempre un modo simbolico di spiegare le cose. La storia secondo la quale l’uomo è stato ‘cacciato’ dal paradiso, Théon la spiegava così: quando l’Essere — l’Essere ostile — ha preso il posto del Signore Supremo nei confronti della realizzazione terrestre, non gli è andato per niente a genio che l’uomo progredisse mentalmente, perché avendo ormai questa conoscenza l’uomo non gli sarebbe più rimasto sottomesso!… Occultamente, Théon lo spiegava così.

Secondo Théon il serpente non rappresenta affatto lo spirito del male, ma la forza evolutiva. E Sri Aurobindo era pienamente d’accordo, mi ha detto la stessa cosa: è stato il potere evolutivo — il potere evolutivo mentale — a portare l’uomo alla conoscenza: a una conoscenza di divisione. È un fatto: l’uomo è diventato cosciente di sé quando ha acquisito il senso del Bene e del Male. Così, questa conoscenza ovviamente ha guastato tutto, e l’uomo non ha potuto più restare nel paradiso terrestre: ne è stato cacciato dalla sua stessa coscienza.

[…]

In fondo, hanno guastato la terra. L’hanno rovinata — hanno inquinato l’atmosfera, hanno guastato tutto. In senso psicologico, soprattutto. Ma anche questa, anche la struttura della Materia, con le loro bombe e i loro esperimenti e tutto il resto… ah, ne hanno fatto un tale pasticcio!… Hanno ridotto la Materia a un vero guazzabuglio!

Probabilmente — anzi, non probabilmente: è assolutamente certo — la Materia era necessario triturarla, rimescolarla, prepararla, perché fosse in grado di ricevere la COSA, la nuova cosa che non si è ancora manifestata.

Prima era qualcosa di molto semplice, armonioso e pieno di luce — ma non abbastanza complesso. È stata proprio questa complessità a rovinare tutto, ma… è questa stessa complessità che porterà a una realizzazione INFINITAMENTE più cosciente — infinitamente di più. E allora, quando la terra diventerà altrettanto armoniosa, altrettanto semplice, altrettanto luminosa, altrettanto pura — semplicemente e puramente divina — da tutta questa complessità se ne potrà ricavare qualcosa.

[Mère si alza per andarsene]

Ieri, mentre camminavo… mi muovevo in una specie di universo che era ESCLUSIVAMENTE il Divino — lo potevi toccare, sentire: dentro, fuori, dappertutto. Per tre quarti d’ora, SOLO il Divino, dappertutto. Beh, ti assicuro che in quel momento non esistevano più problemi, te lo assicuro! Di una semplicità! Niente da pensare, niente da volere, niente da decidere: solo ESSERE, essere, essere!… Essere nella complessità infinita una perfetta unità: dove tutto è presente e niente è separato, tutto è in movimento e niente si sposta. Un’esperienza, davvero.

[Mentre sta per uscire dalla stanza, Mère
nota un fiore di canna, rosso sgargiante, in un vaso]

Ecco, a proposito, c’erano tanti fiori come questo qui, nel paesaggio del paradiso terrestre: rossi, così belli!».

Mère

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